Volontà - anno XV- n.5 - maggio 1962
lH1rocrazia sovietica e gli inleressi « anli-s1a1ali » delle masse lavoralri– ci so, 1 ie1iehe. In occasione del con– flitto rra Belgrado e Mosca e nel corso delle polemiche che ne segui– rono il problema dello S1a10 venne subito in 1>rinto piano. Come oggi. nel dibattito aperto dal XX Con– gresso del PCUS è ancora il pro– blema dello S1010 a imporsi all'at– tenzione generale. JI 1>rohlema dello Stato è assai complesso 1>crchè ad esso {anno capo parecchie questioni particolari, come Ja queslionc dei modi e delle forme della com1uista o della distruzione dello stato borghese, come la <1uestio– ne dei modi e delle forme della ge– stione del potere operaio, come la <1uestione del periodo transitorio, della dillatura del proletariato, della dilesa interna ed esterna della rivo– luzione, del partito unico o della molte1>licità dei partiti nella società socialista, etc. Gli anarchici, da Bakunin a Ca– liero, da Malatesta a Merlino, da mente il fotto t'onc-relo tlel potc11t.iamento dell"a1>p11rato~lalale sovietico. Anche do1)0 la guerra. il 11r1:iblcma ~ ri– prt!O ila Stalin nella f11mos,, leuera al com• paguo A. Khopolov del 28 luglio 1950, Sta• !in polcmiua as~ai viv11remente eon <1uci man:i!li d1e prcmlono alla lettera cd 1ppli– eano mtt<'a11icame111e la formula tli Engels sulla !('0111p1~ ,lello Staio e controp1>0ne ad e!!a la •~i lici ~empre. maggior ralTon:amcnto t!cllo Stuto, ,lel suo servizio segreto, del suo esercito, 11cl ca§O ,lel 1-0-Cialismoin 1111 solo paese. i:. C\'idente. come <111cttaprCM:nta ciel 1>ro– hlc1111dello S1a10 ne.Ila ,·ila teorica <lel 1>ar– lito com11niS1:i bolsce,•ico 11011va messa in rup1>0rto t'On i f>OSlumi lellerari llelle opere. di Lmi11 o ili E11gels, ma con la re.altii ao– eiale ruua, neces!ilante una !!Oluzione. del prol,lema in sen!O liherlario. 272 Fabbri a IJerneri ( llCr restare in campo italiano) non solo hanno slu• dialo il problema con liii impegno che non ha riscontro in altri sellori del movimenlo operaio, ma hannn elaboralo con coeren,;a e con conti– nuilÌI di indirizzi, una teoria ehe. ulteriormente arricchila dalle 1>iÌ1 recenti esperienze ( movimento dei Consigli, rivoluzione spagnola) 1 1mò essere cosi rias.!unta: 1) la rivoluzione f>roletaria - realizzatrice di una società senza classi e senza stato - ha ha i suoi obiellivi quello della com1>le1a di– stru:.ione della macchina statale c11- f)italis1a. nei suoi istituii. nelle sue leggi, nelle sue cuslc, nei suoi app11• rati. La teoria della conquista e magari dell"utilizzazionc della mae• china statale capitalista, anche se parte dal presupposto dell'impiego della violen:rn rivoluzionaria, è una teoria errata e 1>olenzialmen1e rea• zionaria; 2) l'organizzazione sociale che sorge al poslo della vecchia macchi– na sutale dis1ru1ta deve essere fon– data sull'esercizio diretto, pieno. colle11i,•o del 1>otere da parte delle associazioni, po1>0lari di base ()iberi comuni, comunità di villaggio, di rione, etc.) e sulla gestione diretta 1>icna colle11iva degli strumenti di produzione e di scambio da parie delle organizzazioni operaie di base (Consigli di fabbrica. Collettività ngricolc, elc.). Le teorie ,!elio Stt,to .5ocfoli5la e della Dillalura del pro– letariato si riducono a formu1e im– proprie se inlendono definire una realtà sociale come sopra configu– rata, alla <1uale sono estranei i caral• teri tipici dello Staio e della Ditta– tura; sono invece teorie (alse f' gravide di conati conlrorivoluzio•
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