Volontà - anno XV- n.5 - maggio 1962

1i, come manifestazione spontanea di rivendicazioni che da secoli co– vavano nel seno delle masse con– tadine op1>resse. Le rivoluzioni ru,,;sa e cinese pro• vano che senza l'apporto decisivo dei contadini 1>overi, degli ,estrac– cioni », dCl <( miserabili )), tanto disprezzati dai dottrinari, l'abbat• timcuto del vecchio mondo non sa– rebbe stato possibile. Il problema dello slato È sintomatico che il primo proble– ma sollevato dalla GES nella pole– mica contro gli anarchici sia quello dello Stato. La GES accusa gli anar– chici di essere (( una corrente picco– lo-borghese e reazionaria », di << su– bordinare gli interessi del proleta– riato a quelli della borghesia », di essere addirittura « il peggior ne– mico della rivoluzione socialista e quindi della liberazione degli op– pressi »: tutto questo perchè gli anarchici vogliono una « immediata abolizione dello slalo e rifiutano la utilizzazione del potere statale da 1>arte del proletariato ri,•oluzio– nario ». Evidentemcn1e solo gli autori della GES possono pensare di far fare un passo avanti ai 1>roblemi con la loro abituale prodigalità negli in– sulti. Noi pensiamo di,•ersamcntc: che solo confrontando il programma de– gli anarchici sul problema dello sta– to con le vecchie e nuove cs1>erienze del movimento operaio, sia possibile stabilire se gli anarchici hanno torlo od hanno ragione. Il problema dello S1a10 è un pro– blema fondamcnlale del divenire so– cialista. Sul problema dello S1ato si sviluppò il dissenso fra Marx e Ba– kunin nella 1~ Internazionale. Il problema dello Stato fu al centro delle cure teoriche di Lenin che scrisse il noto studio (( Staio e rivo– luzione>> proprio nel 1917, l'anno della rivoluzione russa. Anche du– rante gli anni oscuri della controri– voluzione staliniana il problema dello Stato affiorò ripclutamentc al XVH e al XVIU Congresso del P.C. (b.) e in altre occasioni 18 , pro– mosso dall'aggravarsi delle contrad– tlizioni fra gli interessi statali della u Da nolarc come il problema dello Stato sia rimasto durante tutta l'era staliniana al <:entro della problematica del parlito comu– nista bolscc,·ico, malgrado la 1cnden:r:a g,ne– raie ad 11bbandonare i problemi J>O!li ,lolla rivoluzione d'O1tobre, Ciò si spiega, a nostro avviso, col fatto che il problema 1lcllo Stoto ha continualo ad imporsi all'atten1:io11edella cultura politica staliniana, non lanlo come retaggio tiella rivoluzione, quanto come con– traddizione della socie1à sovietica (si trai• 1a,·a non tan10 di spiegare la mancala scom- 1>arsa dello Stato, 11uanto di giustificare il suo immane nilupJlo). Nel rapporto al XVII Congresso clel Par– lito sull'allivitii. del Comilato Centrale (26 gennaio 193•1).Stali11aHerte il peso lii que– sto 11roblema. 1>iì,pntico che teorico, e tiene a <liuipare l'illusione di una ., pros.sima 11 estinzione tlello Stato. Al succCMivo Congresso del Partilo (il XV1U), Stalin, nel suo rnp110r10del 10 n111n:o 1939, tradisce in modo piì1 scoperto la 1>re– oec11pu;ione per i dubbi che questo irrisoluto problema dello Staio pone nella coscienza dei romunìsti nl!!i, E se con spccio,i molh·i cer– ca di stendere un velo sulle istanze antistata• lis1e di Engels e di Lenin (E11gcls 11011 po– leva pre\·cdcre il caso del socialismo in un solo paese! Lenin non potC 1erminare il suo scrillo su « S1a10 e ri\·Oluzione • !), tiene so– pn,ttullo a tcoriciuare pili o meno <lecorosa• 271

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