Volontà - anno XV- n.4 - aprile 1962
dut1ivi1à e reddi1ività delle imprese incluslriali, che poi il governo esalta a giustificazione della sua politica sperc<1ua1iva; a sfovore dei ceti più poveri della minoranza araba, a ,,anlaggio di quelli abbienti, per avere una comoda dimostrzione che il braceianlato agricolo arabo è sfrullato dai suo stessi connazionali: senza far nulla per mutare 1ale situazione, sul piano concreto e legale, dove ci sarebbe ogni possibilità d'inten,enire. Speriamo che tale opera governativa di distruzione d'Israele sia arrestata, in tempo utile, prima che il danno sia irreparabile. Ritorno e riflessioni, con qualche doto statistico 28 L'Arlza fa in tempo a salpare pochi minuti prima delle cinque; se le Operazioni di imbarco si fossero prolungate un poco, per una causa qualsiasi, avremmo atteso ventiqua1tro ore, sino alla fine del sabbato - mi dicono -, per poterci m.uovere: poichè durante le ore sacre al riposo nessun portuale avrebbe sciollo una gomena, nessun rimorchiatore ci avrebbe trainato fuori dal porto. Alle sei il primo turno per la cena; le tavole sono fiorite di giovinelti che consacrano il sabato persino con la purezza del vestire: ca1uice1te bianche, di foggia ungherese o romena, il collo e i polsi ricamati finemente. Il rabbino precede il cibo con una breve preghiera, che termine con Ja magica parola: Sciabàt; e un urto cli vomito accompagna il tentativo di inghiottire il primo boccone. E' un'orribiJe miscela che vorrebbe essere un pt..té, invece è una raccolta d.i ghiaccioJi, misti a un tritume cli carne e farina, puzzolenti di pesce. Tuttavia mol– tissimi insistono, resistono e procedono: la nave è carica di quattrocento giovani, la massima parte elci <1uali fra i diciotto e i venticinque anni, pieni di vita e d'appetito; anziani, oltre la quarantina, siamo forse soltanto venti o trenta. L'Artza dev'essere un vecchio naviglio della marina militare tedesca, affondato dagli inglesi, ceduto ad Israele in conto riparazioni, ricuperato dngli italiani e trasformato in una scomoda barcaccia da basso turismo; quando chiedo a uu ufficiale di bordo se questa storia sia vera, mi risponde: « Può darsi, abbiamo avuto tani a roba dai tedeschi! » ma non capisco se tale risposta sia il prodotto della frequente scortesia israeliana, oppure dipenda da eccessivo amore per il segreto militare, che consiste - come è noto - nell'ostinarsi a tacere que11e informazioni, che sono già di dominio pubblico. L'Artza viaggia quasi lentamenle come la nave di Ulisse: venti chilometri all'ora, cinque giorni e quatlordici ore per arrivare n Genova; ma in compenso lascia godere questo mare lucentissimo e un ritmo di vita quieto e pensieroso agli anziani; pieno di gioia, movimento e relazioni, ai giovani. Le cabine sono tanto s1ret1e e scomode, che moltissimi dormono fuori, a prua, a poppa, sui ponti più alti, dentro e dietro le barche di salvataggio; dappertutto coppie, strette sotto una coperta di notte, allineate a prender la tintarella durante la giornata; e poichè gli uomini sono in netta mino• 235
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