Volontà - anno XV- n.4 - aprile 1962
fianca in ogni atto dc:lla vita militante pericolosa e randagia; lo asseconda nella nobile impresa ehe col gruppo « Non mollare >>, assieme a Carlo Ros– selli, Fausto Calamanclrci 1 Ernesto Rossi, Umbcrlo Morra di LaHiano, Ca– milio conduceva ovunque si trovava; lo incoraggia a integrare coerentemente con i propri atteggiamenti, la logica impostazione delle proprie idee. Pcl'egrinarono un anno a Monle1mlciano, un anno a Cortona e quasi due anni a Camerino, professore di filosofia nel Liceo di qucllu ei11i1,ma le vio– lenze facendosi pili frequenti, cd anche per sottrarsi all'obbligo di fedeltà al regime, imposto nel 1926 a tutti i professori, Camillo dovcllc abbandonare tutto ed espatriare clandestinamente nel maggio 1926. Nel mese di agosto di quell'anno, anche Giovanna e le due figlie espnlriavano elanclcstinamente e raggiungevauo lo sposo e jl padre stabilitosi a St. ~Jaur des Fossés nella regione parigina. Avevo conosciuto Camillo Bcrneri per la prima volta attorno al 1918, in casa di un comune amico, il figlio del deputato socialista Arturo Caroti, studente a Livorno. Da quel pTimo nostro incontro nacquero le ))Temesse di un movimento giovanile rivoluzionario, che ebbe il suo congresso a Parma nel 1919, contempoTaneamente a quello clell'U.S.I., ed il suo gior– nale << Gioventù Rossa », che diresse Bernardino De Dominicis, ma non per lungo tempo. I rapporti fra me e Camillo dfrenncro intimi e gli incontri si [ecero frequenti, anche perehè avevamo molte cose in comune da Care, ma non conoscevo ancora Giovanna. La conobbi nell'autu11no del 1926, in una visita che (cci a Camillo nella casupola che aven da poco affittata, in una strada tutta fango, a St. Maur des Fossés, nella lontana periferia parigina. L giornata era fredda e piovig– ginosa, ma nell'interno nessuno sembrava si fosse accorto del tempo che faceva: Camillo era assorto in un lavoro di selezione di alcune riviste che toglieva da una cassa; le bambine giocavano, ridendo, in un angolo della stanza; Gio,,anna, rossa in volto, le maniche rimboccate, accudiva alle fac– cende di casa con famigliare impegno. Al mio entrare, tutti si volsero e mi !ccero festa. Dopo le presentazioni, Camillo uscì con questa frase: « Vedi, <tui tutto ride, anche se il cielo è brutto e la casa S<(ttallida ». Era vero, qualunque cosa fosse a,•venuto, i <1uattro esseri che vivevano entro quei muri cadenti e mal tappezzati si sarebbero amati in eterno! E(>J)Urela vita era dura. Il professor Berncri era diventato un pessimo manovale di muratori cd imbianchini, e doveva ringraziare la sorte e gli amici per essersi procurala quella ... fortuna; la maestra di scuola Giovanna Berneri, ric11ccia1anel profondo del suo essere la nobile vocazione dcll'iu– segnautc, si adattava a fare i lavori più umili di eui era capace. Ma, pas– sati i primi anni dell'inel'ilabile processo di assimilazione, la forte natura di Giovan11a prese il sopra\'\'ento e, nel 1933, è Lei che affitta un negozio di generi alimentari nel qlrnrticre della ati.on i.n Parigi e provvederà, mo• destamente ma pili sicuramente, ai bisogni della famiglia . .t l'epoca in eui Camillo Berneri dia il migliore cli sè. Dal suo cantuccio al primo piano, dove si accedeva per una scala iu•
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