Volontà - anno XV- n.4 - aprile 1962

piccola e con tanta più libertà, è il kibbutz, e per esso sì che vale la pena di lottare, di tenerlo unito». Quindi Yoram mi porta in giro per il kibbutz, col figlio maggiore che ci saltella intorno: tutto è ordinato e pulito: gli edifici, il verde frapposto, i sentieri in lastre di pietra che lo attraversano. Al centro, per evidenti ragioni di sicurezza, stanno le case e le attrezzature di gioco per i piccoli: nido, asilo e scuola primaria; l'asilo ti fotto di un grande soggiorno - adorno di pitture e di altri oggetti d'anedamento (atti dai bambini stessi - nel ~quale danno tante stan.ze più piccole, con due tre lettini ciascuna. Anche qui i bambini rcslano soli, la notte; ma ogni locale è collegato, mediante altoparlante, con la persona che resta s,·eglia per loro, a turno: sente se piangono, li consola o consiglia da lontano, accorre se c'è bisogno. Attorno a questo luogo sono disposti, da una parte le abitazioni per adulti, coi relativi servizi, dall'altra gli edifici d'uso economico: stalle, silos, magazzini, officine, ccc. a: Su ouanta famiglie, venti abitano ancora nelle baracche di legno, costruite sedici anni or sono; avranno anche loro una sistemazione decente, entro un paio d'anni; dopo passeremo all'acquisto dei frigorifori per ogni [amiglia; adesso ce ne sono soltanto tre, portati con sè da vecchi venuti di città. Non si poteva impedirlo, ma certo è già uua forma di privilegio, e i ,,ieini ci vanno a metter q·ualehe boltiglia di birra da consumarsi in t>rivato. Qualche anno fa abbiamo costruito una decina di alloggi nuovi, per gente che proveniva dalla Romania; si dovevano trattare bene, acco• gliere nel migliore dei modi, dargli tutte le comodità possibili: sono arrivati, sono restati con noi un anno, poi se ne sono andati quasi tutti. Non c'è stato ,·erso di abituarli a una nuova vita collettiva, dopo le espe– rienze fatte in un paese socialista; però ne è risultato un vantaggio per alcuni dei vecchi membri del kibbulz, come sono io; che hanno ottenuto le stanze lasciate libere da quelli :o. Passiamo davanti alla lavanderia, uua baracca di legno con una parete esterna a buche come da corrispondenza, ma più grandi e con l'indica– zione del materiale da immettere: seta, lana, ccc. La roba sporca si im1>osta al venerdì; quella lavat8, rammendata e stirata, ognuno può andare a ritirarsela nella pro1>ria casella, come fosse posta restante, dal martedì in poi. La cucina è uno dei vanti di Yoram, dev'esser stato lui a battersi per farltt così bella e moderna: c'è una macchina per lavare le stoviglie, una per pelare le patate, una grande cella frigorifera in corso di impianto; carrelli portavivande nuovi, ecc. Lontane da tutti gli altri edifici d'uso produttivo stanno le stalle per i suini, tenute con una cura straordinaria, secondo metodi studiati su ri• viste americane e sovietiche. « Adesso ne abbiamo lrecento capi, presto li porteremo a mille; ma lasciandoci uu solo addetto, come orn; poicl1è meecaniu:cremo ulteriormente, sia il sistema d'alimentazione che quello di nettatura. E' l'attività che rende di più, di tutte quelle del kihbul:1; rna se lo sapessero quelli della cooperativa del latte ( che sono ferocemente ortodossi) ci boicotterebbero immediatamente; per questo le stalle si tro- 227

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