Volontà - anno XV- n.4 - aprile 1962
niente e si mera,•igliava di tullo. Alla fine della giornata, per me partico• larmente raticosa - dopo che Je avevo raccontato com'era nata qucsla comunit,ì, le avventure vissute per arrivare sin qui, le lotte e le astuzie csercilalc contro gli inglesi per far sorgere le baracche a loro insaputa nello spazio di una nollc (ci. eravamo allenati per mesi, facendogli credere che eravamo una impresa di costruzioni per l'esporlazione; e il dirillo ,•ietava cli distrugger una casa, una volta che fosse ultimala); i sacrifici dei primi anni, quando 1>ercolazione avevamo dieci olive a tesla, che danno altrettante calorie quante un uovo; ccc. ecc. - l'americana rni domanda per la terza volta nella giornata, e ancora più incredula: <t 'Ma questa vita le piace proprio·? ci sta volentieri qui? se vuole è vero che può anelarsene, o è obbligata a restarci per scm1>rc?' ». Do1>0questa bella conferma della capacità di comprensione, da parie americana, per l'iniziati,·a privata e volontaria, la democrazia veramente dal basso e lo spirito pionierislico, sono cosi soddisrauo, da potermi con– ge<lcrc; e vado in cerea del mari lo nel villaggio vicino. Lo trovo ne-Ila scuola - di 'cui è il responsabile per i locali, la manutenzione, i mate– riali, e gli acquisti d'ogni specie - immerso in un mare di sedie fatte n pezzi e ri, 1 ernicia1e 1 che egli sia 1cn1ando di rime11erc insieme, con l'aiuto ,li un soldato; nello smonrnrle 11011 si erii. accori o che non erano in serie pcdella, ne ha mischiali i pezzi ed ora fatica a rimetterli insieme, perehè pochi ricombaciano. Ha l'aria disperala di chi s'è smarrito in una foresta mentre stava per ri, 1 ederc la luce: mancano tre giorni alla ripresa delle lezioni, quando bisogna che tutto sia a poslo, non solo le .!edic; sicchè il suo autocontrollo, la sua muta dis1>crnzione mi s1upisco110: se invece che un ebreo fosse un cristiano, di certo bestemmierebbe come un turco. Vorrei aiutarlo in questo gioco di ricomposizione - 200 schienali e 200 sedili in legno, 200 strutture metalliche, 1600 vili; 3200 fori da far combaciare o da rifare - ma per fortuna me ne dispensa; preCcrisce che io (accia delle domande, per distrarlo. Il giovane in Iuta dell'esercilo è uno dei quaranta che sono di stanza in questo kibbutz: cin<tue giorni la settimana di Javoro, uno di esercita– zioni militari; vcntitrè mesi d.i servizio in <1uesto modo, solo selle di pura milizia. E' d'origine belga, immigrato da qua uro anni; ad Ar1vP.rsa lavo– rava nell'industria dei diamanti, poi s'è sempre più interessato di sionismo, ha convinto decine di giovani che l'unico senso della ,•ita fosse quello di vivere in un kibbutz, e finalmente c'è venulo anche lui, con uu gruppo di amici. Aveva già (atto il militare in Belgio, ora lo deve ri(arc, a vc11- 1iciuque anni, in Israele. « E' la stessa naja; le reclute sono merda, un sottufficiale può <piasi tutto, <tni come in Belgio; ma il problema non è questo: il militare è una dura necessitit, da acccltarsi cosi com'è; pensare che <1uidebba esser diverso che altrove, è stupido e assurdo; il problema è cosa fare dopo il congedo. Tutto il nostro gruppo è in crisi, meno mia moglie che è all'uni– versità di Gerusalemme, a studiare <p1ello che le piace. Al kibbutz come unico scopo e luogo della ,•ita, non ci crede più nessuno di noi, anche 223
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