Volontà - anno XV- n.4 - aprile 1962

tile. Infatti mai come oggi la scienza e la tecnica ci hanno rivelato quante possibilitìt di espansione, e quindi di benessere, souo im1>licite nel campo del lavoro. Vi è solo bisoguo di buonu volonlit, che anche In tec– nica pili stupefoce11tc nou sarà mni in grado di produrre; e 1>erciò, in defini1iva 1 la salvezza della ci,•iltì, non dipende nè dal comunismo uè dal ca1>italismo ( pur es.sendo,•i im– plicite; 1anto nell'uno come nell'al– tro, buone e razionali possibilità di energie benefiche) ma dipenderà 1>iuttosto eia un buon oricnlamc1110 del cervello umano, in quanto or– gano che può benissimo rendersi i11- di1,endcnle da ogni subdola politicu. A questo punto si presenterebbe la necessiti, di un discorso alquanto lungo - e che la tirannia dello s1>a• zio non lo permette - poiehè si do– dovrebbero portare prove o giustifi– cazioni inequivocabili circa l'azione anarchica nel contribuire ad un buon orientamento dei cervelli. Diren10 solo che, di fronte all:1 complessità tecnica del lavoro, e di conscgucn.1,a ai problemi di condi.• .:iortc che lo stesso lavoro inq>ot·r:t agli individui, il 1>e11sieronnnrchico deve necessariamente prevedere fin dn ques10 momento slorico il pre– sentarsi di problemi al<1trnnto com• plessi, i quali possono benissimo imporre variazioni, se non di prin. cipio, ma sicuramente di metodo o di attacco. Fncciamo notare, come esempio mollo significativo, un importante fenomeno che già si profila, sia pure ancora non decisivo, nel campo po– litico cd economico. lntendinmo ul– luderc nd uun sorta di freno che la tecnica - e di conseguenza la 216 classe che la domina e che la perso– nifica - pone lcntameute, ma con fermezza, al potere politico. Le recenti revisioni ideologiche del comunismo, nd csem1,io, hnnno certamente le loro cause nella resi. stenza - fare.e in buona 1>nrte uou bene compresa e non individuata dai settori politici - che la tecnica op• pone alla politica in quanto ancora arbitra assolu1n del dcslino sociale. La politica, a quanto sembra, non ha pii:1 possibili1à di un comando assoluto sul campo del lavoro. Si fa presto, per ragioni di pres1igio po• li1ico, a mettere sulla carta piani <1uiuquen11ali o decennali; ma è na• turale che solo i tecnici possono sa. pere se tali piani siano o non siano realizzabili. Che la classe dei tecnici incominci ad essere seccata della incompetente intrusione della poli1ica nel mondo tecnico ed economico, si ,,alesa una verità sempre J)ill consistente; e vi sono sufficienti ragioni 1>er credere che il mondo sovietico sia già iuve– s.tito da una simile crisi. Anzi, forse piì1 là che nei settori borghesi, ove le grandi imprese godono di un certo dislacco dall'ideologia 1,olitica do . minante nei loro pncsi. JI recente atteggiamento ideologico di Krusccv, alquanto contrario n procedere con un comunismo di tipo duro, in un certo senso è una affermazione im• plicita della sostanziale cg:uaglianza - circa il modo di uti/i::are le masse lavoratrici - Ira comunismo e capitalismo. Un comunismo duro sarebbe possibile solo quando si agisce su di 1111 po1>olo che hn « mii. In da perdere»; come lo è il cinese, abituato da millenni all'economia del« pugno di riso»; e d'altra parte sorretto da una purticolnre e 1111 po7-

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