Volontà - anno XV- n.4 - aprile 1962

Un aiuto insperato il capitalis1m.> lo ebbe pure dalla stessa ascesa dei sindacati. Questi - salvo qualche velleità ben presto fallita o abban– donata di proposito - non vollero fare alcun tentativo per divenire ~~~~~<~:x;i~~ar;o:~el~:i:,:!c:~;l,us~::: mente nel rappresentare i lrl\'oratori. Nel mondo americano poi, e se– condo il parere di un noto econo– mista statunitense già eitato 1 , un altro importante fotto re si è pre– sentato assai favorevole per il capi– talismo. Ci serviamo delle sue stesse parole: « Il pili importante fattore (u l'atteggiamento assunto dal Go– verno democratico americano, che sempliecmNttc si rifiutò di. divcuta– rnre la proprietà e lo strumento del– la classe dei enpitalisti - di qual– siasi nitra - e di servirne gli inte– ressi. Esso preferì invece interveni– t·e di umto in tnuto per indirizzare il sistemn economico verso scopi sociali. Questo non è· stato previsto .nei c::u!t.:oli di Marx, e i teorici so– vietici di oggi si trovano in difficolti'1 (JUamlo vogliono spiegarlo ». Non possiamo credere che tale in. dipcuclucza governativa dni gruppi capitalir;:1i sia del tutto assoluta; tnttavia qualcosa di nuovo è inter– venuto dal tempo in cui Marx pro– fetizzava sul Cutlll'o della classe bor• ghese; specie clove lo stesso econo– mista americano dice che le imprese industriidi: « In quanto organizza– zioni produuivc, esse possono accu– mulare cd effettivamen1e accumula– no forti concentrazioni di beni. Ma simultaneamente esse debbono cli- 1 A. A. Berle Jr.: Powcr Witl1011t Pro• ,,crty (Poltre senza proprietà)• New York• 1959. 212 stribuirc molta parte dei loro pro– fitti ad uua proporzione continua– mente crescente della popolazione degli Stati Uniti. Le società i cui ti– toli azionari figurano nei listini della Borsa di New York rappresentano circa i tre quani di tutta l'industria americana: le cinquecento società maggiori probabilmente ne l'apprc– sentano circa i due teni. Se al loro posto ci fossero state cinquecento famiglie, i risultati avrebbero po1uto essere tali da giustHicare le previ– sioni di Marx e determinare la ca– tastrofe da lui proCetizzala ». Un tale staio di cose si può dire che sia proprio anche di buona parte dell'economia dell'Europa non CO· munista, almeno nei suoi settori' piì1 evoluii. Ma diremo pure, pC'r inci– denza, che l'elargizione di tanti mi– lioni di dollari a « fondo pcr<lu10 » per la ricostruizone dell'Europa, sa– rebbe staia inconcepibile per i mar– xisti di un t<'mpo; e in l'e:tltà si trallò di una mossa di stratc~ia eco– nomica ,·eramente notevole; anch<' se dagli odierni 111:trxisti fu giudi– cata - e in parte con ragione - una dura nccessit:"i da parte del ca- 1,italismo d'ol1re oceano, altrimcuti l'Europa sarebbe cli"cnuta preda piii facile per il comunismo. Co- 111mu1ue, iudipcndentemente dagli inter('ssi politici, fu sicuramente un cospicuo aiuto economico • sociale. Certo si tratta di una evoluzione che solo in parie <lipende da una ef– fctth•a rngionc,•olczza da parie degli uomini; poichè, ripetiamo, anche il lavoro in quanto clùiamismo acl un tempo economico - scientHìco, so– spinge in modo irresistibile verso nuovi sistemi e verso nuove struttu– re. Le serrate industriali, ad esem– pio, come sistema abituale per con-

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