Volontà - anno XV- n.4 - aprile 1962
stato travolto da una grandiosa ri. voluzione proletaria. Difatti entro una societù in simili condizioni, i poveri avrebbero conservato il loro grado di poverti',, anzi sarebbero di– "enuti ancor pili disperali, vale a dire con un potere d'ac<1uis10 sem– pre pili debole; e di conseguenzà i mercati per i beni prodotti non si sarebbero sviluppati con lo stesso ritmo della prodm:ione. Di qui la necessi1ìt di guerre periodiche le quali, anche dallo stesso punto di vista dell'egoismo capilalista, posso– no solo dare una risoluzione precaria o comunque irrazionale dell'espan– dersi della produzione. L'ultima guerra, la di cui logica risponde alle previsioni di :Marx, come abbiamo accemrnto è stata quella del 1914-18. Ora si presenta invece un fenomeno sconccrtnnle: possono a,,veuire guerre apocalitti– che senza che si presentano basi reali di grandi crisi economiche; an– zi, proprio nella piena ascesa della produzione n1ondiale e dell'intensi– ficarsi degli scambi commerciali tra nazione e nazione. Inoltre bisogna rilevare un fatto t1ssni significalivo: per crisi econo– miche provocatrici cli guerre, alme– no sino a qualche decennio fa, si deve intendere quei diS<[uilibri che inceppano, per cosi dire, gli egoismi delle classi capitaliste (così come la prima guerra mondiale sostanzial– mente fu un duello tra il capitali– smo (ranco - inglese c quello tede– sco). Ma non devono essere intese come crisi economiche - miseria - di u11 dato seuore delle classi dise– redate. In altri termini, non è la effettiva miseria del popolo lavora– tore che può provocare una guerra esterna (i-e mai polrì, esser causa di 2IO rma rivoluzione e d'ahra parte basta pensare alla po:ien::.,i infinita di ol– tre un miliardo di affau1ati cronici); tcarà piuttosto la concorrenza o gli ostacoli tconomici e politici che op– pongono altre classi capitaliste, al– tre « volontà di potenza >>. È altresì noto che Marx vide una sola possibiliti1 cli espansione da parie del cnpitalismo: l'espansione su nuovi territori. Da tale unica possibilità il marxismo aveva dedot– to un inevitabile collasso del ruoudo capitalisla, in quanto 1ale espansione poneva senz'altro dei limiti invali– cabili. Esso nou ...aveva previsto una legge che finì col preseutarsi fouda– mentalmen1c 1>eL· la salve::.::.tr. del capitalismo: « La legge della mag– gior tH'oduzione » 1 • Ma tale legge uon salva solo il capitalismo, bensì anche il comunismo, rivelando in modo scientifico l'idealità esistente tra due economie le quali, attraverso i ve1ri colorati dell'ideologia, ven– gono fa11e apparire come opposte e inconciliabili. A proposito è straordinariamente significati\'a un'affermazione fatta recentemente da Krusce,, io un di– scorso (pubblicalo dalla « Pravda ,, del 24 Novembre 1961 e citato dal Corriere della Sera, 25-11-61) 1>ro– nunciato a Zelingrad, capitale dellf'" terre vergini del Karakstan. Nello svolgere la sua « teoria dei salari » in risposta alle insistenti richieste di uumento delle paghe da parte dei la– voratori di. quelle terre, Krnscev ho eletto testualmente: « La produtti,,j tà del lavoro deve sempre super.e.re 1 Peter F. Drucker: Tlie rteiv society - New York • 1950. (Traduzione italiana nelle e<lizioni Garzanti• Milano 1953).
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