Volontà - anno XV- n.3 - marzo 1962

Agivano per conto dei loro go, 1 erni in imprese rischiose, per carpire segreli militari; erano pagati profmnatamente e lavoravano per preparare la guerra. Quando cadono in disgrazia sono disprezzali anche dai padroni che li avevano assoldati. Ed è il cleslino che si m.critnno. la quietedopola tempesta Dopo quanto accaduto a Mosca, durante il XXII Congresso del p.c.u.s., molti pensavano che ci sarebbero state crisi di coscienza, diserzioni tra le file del p.c.i. Invece la destalinizzazione è acccllata nella linea imposta da Krusciov e acriticamente. Non c'è da stupirsi, <1uindi, che a pochi mesi. dai sensazionali fatti mosco\'ili, nessun comunista se ne preoccupi pili. La crisi è ormai superata e si può mettere un grosso mattone sul passato. ln seno al p.c.i. non si è nep1H1re 1entato di riesaminare i problemi che la denuncia dei crimini di Stalin poneva, e a nessuno è venuto in mente di confrontare la versione Krusciov 1956 ( del XX Congresso del p.c.u.s.), con la versione Krusciov 1961 (del XXII Congresso). Le due versioni, ci fa notare Turcaret in « Verità e rivoluzione» (Il Ato11do, 23-1-1961) sono diverse. Nel 1956 11 Krusciov aveva ricordato che Molotov con Mikoyan, era stato clichiaruto « responsabile cli alcune colpe da Stalin in persona »" per cui se Stalin fosse vissuto ancora Molotov non sarebbe in vita. Così era per Voroseilov. Ora i« due» che secondo il primo rapporto Krusciov, erano ingiustamente in disgrazia con Stalin, lo sono anche con Krusciov secondo il suo ultimo rapporto dell'ottobre scorso. Dov'è la verità? Probabilmente nè nell'uno nè nell'altro rapporto. Aspettiamone un terzo per vedere se sarà possibile vederci chiaro. È certo, però, che 1>er i comunisti russi e quelli nostrani la \'Crilà è sempre quella dell'ultimo rapporto del padrone del giorno che sta a Mosca. Un'inchiesta sullascuola La ri,•ista romana Leg,;ere, diretta da Gino Montcsanto, ha promosso qualche 1nesc. fa un'inchiesta riguardo ai rapporti tra scuola privata e scuola pubblica. E ciò che ha sorpreso, nelle risposte cli professori universitari o secondari, cli pubblicisti, di clirellori di Enti educativi, ccc., è stato che l'ottanta per cento di ca11olici che s'interessano al problema dell'educazione, ha affermato la superiorità della scuola pubblica su quella privata, nella formazione della gio, 1 entll. Perciò la ,•in da seguire, secondo questi callo• lici, non è <1uella cli chiedere sussidi allo stato per le scuole privale ma di impegnarsi seriamente per migliorare la scuola italiana. Sono cattolici che capiscono che non ,,j può essere \'Crn educa1:ione senza lihcrt.'1, Vedremo, però, se nella nostra Italia saranno ascoltali i cattolici-edu– catori o i. callolici-preti ! G. B. 165

RkJQdWJsaXNoZXIy