Volontà - anno XV- n.3 - marzo 1962

(sulla rivn mcridionnle del lago di Tiberiude), 'fiberiade, Cafaruao, Monte delle Beatitudi1li, rnzàreth. Nell'ultimo 1>ezzo, nbbiamo pers-ino la for– tuna di esser raccolti da unn macchina prima nncora di averle fatto cenno di fermare: c'è su un giovane arabo e una ragazza francese, che hanno lavorato in uno stesso campo del Servizio Civile in Italia; sicchè ci ,·ono– sciamo tutti, a catena; e un urlo di solidarie1:1 internazionale inizia questa parte del viaggio, che diventa la piì1 divertente. A Kfar Kamn il fratello del sindaco (sono la famiglia pilt ricca del paese, da quel che J10 capito: posseggono 250 ettari di terra, dei mille di tutto il villaggio, due autocarri, mm motocicletta, ccc.) mi porta in giro per il paese, di mille duecento abitanti e mc ne racconta la storia. Sono discendenti di circassi del Caucaso, greco-ortodossi, ottant'anni fa rifugiat.isi in, Turchia per sfuggire alle persecuzioni tzaristc; divenuti mussulmani per evitare quelle turche e dai turchi messi li a 1ener l'ordine perchè bravi soldati e buoni agricoltori. Malvisti dagli arabi (dei quali hanno tuttavia assunto la lingua), pcrchè servi dei turchi, sono ora cocco– lati dagli ebrei per rar dispello agli arabi; nel '48 hanno combaltuto a fianco degli ebrei; oggi fanno quasi 1u1ti 1 ohre ai due anni e mezzo di militare, da tre a cinque anni di servizio nella polizia e con In liquida– zione hanno i soldi per sposarsi bene, rammodernare o cos1ruirsi la casa, ccc. Il paesino è lindo, e ordinato, assai diverso come aspetto da quelli arabi (ha l'acquedotto e l'clettricltà) e dà l'impressione, con la campagna intorno, di una grande azienda familiare, assai bene amministrn1a; una delle strade nuove, mi racconta con orgoglio la mia guicla, è lulta una serie di case fatte da ex polizio1ti. Anche la scuola è nuova, e molto bella; sono d'ue ampi edifici, per qua1troce1110 ragazzi, in mezzo a un giardino; gli insegnanti sono uua quindicina, la lingua d'insegnamento è l'arabo, cui si affianca l'ebraico e quindi l'iuglcse. « Pcrchè non il circasso - chiedo - dnlo che lo parlale ancora tra di voi e lo usate accanto all'arabo nelle pubbliche insegue? »; infatti sulla porta <lei municipio e 1ulla facciata della scuola leggo delle parole in caralterici cirillici, che non sono russo. « Probabilme111c cominceremo l'anno venturo, poichè adesso nou abbiamo nè libri di testo nè insegnanti preparati; ho scritto nell'U– nione Sovietica, dove i circassi sono un milione e mezzo, e in quindici giorni ho avuto i libri di scuola, raccon1i, e anche dischi cou le nostre canzoni e le nostre danze nazionali. Soltnu10 che i libri sono pieni di pro1>aganda e di cose cbc qui non esistono, per cui non si posson1> usare tali e quali, bisogna rifarli ada11andoli n noi, che non siamo comunisti. Abbiamo chiesto il permesso alle autoriti1 di Nazi,reth e ce l'hanno subito accordato; inizieremo cou qualche ora la settimana, appella saremo in a:ra<lodi farlo bene ». DoJ)o un'ottima birra nel migliore dei tlue negozi di alimentari del paese (arredato modcrnamenle e pieno di roba), mi conduce in unn specie di centro di assistenza sanitaria alla madre e al fancinllo 1 e mi presenta all'informicra ebraica. Fa tre mattine per settimana a Kfar Kama, le altre 152

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