Volontà - anno XV- n.3 - marzo 1962

la durezza di 1,ictra di Tel Aviv, il suo as1>cttotulio occidentale, e l'insana, commerciale Crenesia del suo traffico, aria di libertà e di gioia. Anche se l'altura dn cui si gode il mare è coperta di suaicc rovine di abitazioni e falsamente abbcllirn, dentro un 1>ezzodi fortilizio ancora in piedi, da un musco d'antichità locali: l'archeomanin tanto fiorente in lsraele, diventa nuche qui un fatto negativo, quando invece <li affiancarsi e cli giustific(lre In vita odicrnu di tuLti, ebrei e non, vi si sovrappone, ostacolandola. A Tel Aviv vado a vedere, con la ragazza tedesca che m'aveva accom• 1111gnatoa Sodoma, l'immenso 1rnlazzo con terrazza e ristorante panora– mici - proprietà e sede della Contcdcrazionc Generale del Lavoro; ma nel giardino antistante all'ingresso ci saltano addosso, costringendoci ad asc2!_!arli, un uomo e u11adonna oltre la cinquantina. La donna parla con– citatamente iu yiddish; lui acconsente col viso e con qualche breve ag– giunta; e il significnto del discorso - almeno per quella 1>nrte che riu– scinmo a comprendere, data la lingua e l'aggressiva animosità non solo verbale con cui è espresso - è pressapoco il seguente: « li governo spende un mucchio di soldi per 11alazzi come questi e poi i turisti tedeschi ven– gono qui a mangiare e n bere, a spassarsela; 1na io sono la sola scampala da una relata di centocinquanta persone, lui di trecento; e non abbiamo ancora una casa decente. 11 governo deve costruire case per In 11overa gente, 11011 palazzi e giardini e roba che (a figura )). Siccome ha negli occhi un lampo d'insanità, restiamo fermi, buoni buoni, a spiegarle che « non siamo turi.sii, ma siamo venuti in Israele a lavorare in un moshav; io sono italiano; lei è tedesca, ma gio,•anc, che colpa può averne ... :i.; fin quando riusciamo a sganciarci leut.nmente; lasciandola piì1 calma dopo lo sfogo, ma ancora palesemente incredula su di noi e sul nostro consenso al suo sdegno. Racconto l'episodio n un amico di Tel Aviv il quale mi spiega che: nel caso 1mrticolnre il governo non c'entra, rperchè l'edificio a1,pnrtiene nlln Histnd'ntth; in rcahì, alcune opere d'interesse 1mbblico sono Corse 1>iù lussuose del necessnrio, e a tnle proposito si sono giì1 levate critiche da diverse 1mrti; tuttavia molte sono d'indubbia utilità e di decoro nazio– nale, come la nuova università di Gerusalemme. Soltanto per la manu– tenzione dei suoi giardini, occorrono milioni ogni anno, e il complesso degli edifici, non ancora ultimati, è coslato miliardi [cinque milioni di dollari, mi dicono, la sola biblioteca), ma il denaro che si spende 11er l'is1ruzione è sempre ben speso. Non posso che essere d'accordo, avendo visto, oltre al quartiere universitario di Gerusalemme davvero stupefacente (che ha douu.to esser costruito, poichè la vecchia università sul montc– Scopus, con mezzo milione di volumi, è rimasta chiusa in territorio gior– dano, con1c Campione d'Italia lo è in lsvizzera, con la difTercnzn che non ci si può andare), anche 1uolte nuove scuole 11rimarie di 1>iccoli villaggi: ampie, stilisticamente belle senza ricercatezza, con molto spazio intorno, da fare invidia agli edifici scolastici coslruiti, o co-finanziati, dalle migliori aziende italiane. 138

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