Volontà - anno XV- n.2 - febbraio 1962
e ripartiamo con l'anima me7,zo tranquilla: abbiamo una ruota di ricam– bio, ma sgonfia; speriamo di trovare almeno una pompa d'aria, che fun– zioni. Difatti ne troviamo una, aperta davanti a un garage chiuso, e gon– fiamo allegramente, alle giuste atmosforc, il residuato della ricchezza altrui; quindi partiamo felici; ma per pochissimi chilometri, poichè al 1>rimo distributore (chiuso) dove 1>ossiamo misurarne la pressione, la lancetta del manometro non si muove. Riprendiamo il vinizgio scornp;giati, quando alla fine ri ap1rnrc, come un mirag~io divenuto reale, una stazione di ~ervizio ap<"rt:,: entriamo, Alonei Abba: rilomo clalla vendemmio cerchian10 qualcuno e troviamo un uomo in tuta da meccnuico che però si rifiuta di lavorare per due ragioni: è sabato e poi lui non è gommista. Alloro i miei ebrei gli chiedono soltanto gli strumenti di lavoro; si arran– geranno loro a far la riparazione. Quello acconsente, glieli dà e continua a fumare, indifferentemente; mn non è passnto un minuto che - senza dire una parola - getta In sigaretta, li scosta con una lieve spnllata, poi ii mette n lavorare con una rnpidità e un'esperienza che ci riempiono di stupore e di felicità. A questo punlo la ragazza tedesca si allontana quietamente verso una vigna vendemmiata, a raccogliere i grappoli residui, per festegginre l'immani1i1 dell'evento; e a me gli umici ebrei fanno cetu10 di star zitto, di atteggiarmi a religioso silenzio, u comprensiva iudiO'ercnzn almeno. La camera d'aria del foti.fondista hn un grosso taglio, il copertone ha due piccoli buchi; n mezze parole:, fauno Ultendere all'uomo di accettare il cambio della prima, non del 1econdo; e in meno di un quarto d'ora tutto 117
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