Volontà - anno XV- n.2 - febbraio 1962

a docenti come Balladore Pallieri, Boutadini, Lombardini. SaLuralmente, i] Professor Vito non è di costoro, ma di quelli più vicini al confossionale. Celebrate le soleuni onoranze fnuebri a padre Gemelli, il Senato a,.:tademico della Cattolica, nella riunione prevista dallo statuto, votò pci– .l'elezione del nuovo rettore: 16 voti furono raccolti dal proCessor Balladore Pallicri, ll dal professor Ezio Franceschini, 9 dal professor Francesco Vito e 8 da monsignor Benedetto Riposati. Il Senato aveva espresso prece– dentemente un voto di omaggio a monsignor Olgiati. ritenuto, per la sua lunga e afiettuosa collaborazione con fra' Agostino, il nalurale successore del defunto rettore, Naturalmente, monsignor Olgiati aveva rifiutato la designazione, giustificando il « gran rifiuto >l con la propria e1à ormai non pili gio,•anile. E il seuato accademico non aveva affatto insistito. Si dice che un professore, ,,ivamente preoccupato che il monsignore appro• fittasse del!' omaggio per raccogliere la successione di Gemelli, abbia fatto circolare copie dattiloscritte di un passo di un articolo dell'Olgiati sul divorzio. (< Povero divorzio! È un progetto disgraziato. Per ben 24 volte venne presentato alla Car.uera italiana. E furono ... 2•~fiaschi. Sembra destinato a diffondere maggiormente nel popolo uostro l'impressione - gill molto sparsa - eh<' Montecitorio sia un'osteria .. Una delle due; o libero amore, o matrimonio indissolubile. O integrità della famiglia, oppure socializzazione della donna, ossia trasformazione uou della scimmia in un uomo, ma della don.un iu uua cagna. O cou Cristo o con Babel. O all'altare o in un porcile. Vie di mezzo non ve ne sono ». L'r.llarmatissimo professore - che aveva trailo il passo dell'articolo « Un dilemma a pro– posito del divorzio >), pubblicato da mousignar Olgiati in Vita e Pen5iero del 20 settembre 1920 - riteneva a dir poco indegno questo linguaggio; un ragionamento da porcaro, non da docente uuivcrsitario. Che figura, si chiedeva, avl'ebbe fatto l'università cattolica se, diventato rettore l'Olgiati, qualcuno avesse voluto fargli uno scher.to mancino pubblicando quell'e– sempio di stile che è anche una prova di giovanile intelligenza? Ma l'allarme del proCessorc era ingiustificato: il monsignore sapeva benissimo che la sua candidatura era insostenibile, e non s'era mai stan– cato di ripeterlo. Monsignor Olgiati, in verità, desiderava ben altro che sedersi su1la J>oltroua di Gemelli: su quella poltrona vole"a che si sedesse un suo amico, un uomo che gode tutta la sua stima, il professor Francesco Vito, nppunto. l\'la bisognava infischiarsi d'cl Senato accaclernico e battere, avversario tutt'altro che sprov\'ednto, il cardinal Montini. Che fare? Le vie del Signore sono infinite, ed i preti, i monaci, le monache, i monsi• guori lo sanno benissimo. Del resto, poichè la Cattolica è opera del Sig,aore, nulla sarebbe stato più facile che ricorrere a Lui. La cosa, poi, è tanto pii1 facile, dal momento che Cristo ha sulla terra il suo Vicario. E poi, a Roma non c'è forse quell'autorevole Conte Della Torre, amico della Cattolica, il quale, pur avendo conservato solo la « direzione onoraria >> dell'Ossen.-atore Romano, è sempre ascoltato volentieri dnl Papa? Così, monsignor Olgiati, il segretario della Cattolica, Rossi, e i loro amici confessi·malisti, vinsero la loro bella battaglia. Il Consiglio d'amministra. zione della Cattolica, chiamato a sanzionare i d'eJiberati e gli atti più 95

RkJQdWJsaXNoZXIy