Volontà - anno XV- n.2 - febbraio 1962
del comando generale del Corpo Volontari della Libertà, di Cadoma. on sarebbe stato invece più oncslo da parte cli Gemelli rinunciare alla difesa del prof. Frauecschini e dHendcrsi personalmente, chiarendo le ragioni della sua adesione al fascismo e dicendo che se ne era pentito? Ma il rettore non poteva esserne pentito. D'altra parte, di che cosa nvrebbe J)Otuto mai pentirsi? Di nver servito la Chiesa, aderendo al fascismo? Nel gennaio 1947, presentando la nuova serie di Vita e Pemiero, il frate scrive: « Il nuovo conflitto moudiale ci costrinse a ridurre le nostre pagine. Nessuna di queste suonò adesione ad una guerra, della quale, purtroppo, era facile llrevcdere l'esito e le conseguenze ... ». Questo gli prcmc,,a, scolparsi non dall'accusa <li aver aderito al fa8cismo, ma di quelln di aver dato la sun adesione alla guerra. li rcltore aveva dimenticato, proba– bilmente, il suo articolo « Nell'ora dcll'auesa », pubblicato alla vigilin del 10 giugno. Ma anche se non avesse scritto quell'articolo, anche se non avesse insegua10 che • tocca obbedire a chi comanda», che « quando scocca l'ora del dovere. dei supremi doveri. non è 1liÌ1luogo a discussioni, nè a incertezze per nessuno ,1, anche se non avesse seri Ilo queste e nitre cose, non sarebbe bastato forse il silenzio a Jlrovarc l'adesione alla guerra? Gemelli, invece, non era stato zillo, soprattutto non aveva condannato la j,'llerra esortando gli italiani a clisubbidire, Li aveva, invece, esortati al « sacrificio )I. Nel '47, il (rate non se ne ricordua pili. Eppure, facendo ri1lrendere le pubblic1u;ioni della rivista, si proponC',•a di «: rendere testi– monianza alla veritit » e fare di Vita e Pensiero un « lumen vitae 11. Ma che cos'era stata, dal '14 al '43, la rivista? Non aveva reso testimonianza alla veritì1 e indicato la strada maestra ai giovani, illuminato la loro vita? Ma tant'è: la retorica, dopo lutto, ha qucslo di buono: tira cerri scher.r.i... Dunque, riprendendo le pubblicuzioni, la rivista si propouc\'a di essere 1< guida nel pensiero e maestra di vita ». E tanto per cominciare, nell'apri– lf' 1947 Gemelli 1mbblica un articolo contro « Una utopia e un'ingiustizia f'O<'iale: la scuola di ogni grado e di ogni ordine gratuita a tutti». Il pensiero del frate, come si vede, non cambia. Ciononostante, il suo nome riprende quola, il passato cade nella polvere, tutto ciò eh<' dev'essere dimenticato è sepoho e sotterrato. L' • opera scientifica» di Agostino Gemelli s'impou.e, il prestigio della Cattolica si consolida. Il 2 giugno 1953, festa della Repubblica, jJ presidente Einaudi conierisce a Gemelli, su !HOJ>osta del presidente del Consiglio Dc Gasperi, l'onorifi– cenza di Cavaliere di Gran Croce al merito della Repubblica ltalinua. Sci mesi dopo, il 7 dicembre 1953, il sindaco socialclemocrntico di Milano, Ferrari, gli consegna, a nome del Comune, la medaglia d'oro per i bene– meriti della cultura. li 2 giugno 1954, il Presidente della Repubblica asse– gna a Gemelli un'altra ricompensa, il Diploma di prima clnssc con meda– glia d'oro dei benemeriti della scuola, della cultura e dell'arte. Cinque anni dopo, il 18 mar1.0 1958, l'arcivescovo di Milano, Monti.ni, partcci1la alla cerimonia per le nozze d'oro sacerdotali di Gemelli e in un commosso discorso esprime « la letizia e la riconoscenza di tutti a Dio per l'abbon– danza di doni elargiti a colui che oggi commemora fra noi il cinquante– simo anniversario da quando (u rivestito del Sacerdozio di Crislo ... ». 93
Made with FlippingBook
RkJQdWJsaXNoZXIy