Volontà - anno XV- n.1 - gennaio 1962
villa) costruite con gusto e senso <lella comodità dai bravi vecchi templad; le altre in casette moderne a un sol piano, in mezzo al verde. La chiesa, d'un gotico modesto e piacevole, è in corso di .restaurazione, pe1· diven• tare sala di mostre e di manifestazioni diverse ( da sinagoga, quando ce n"è bisogno, funge - con buon senso del risparmio - il club); mentre lo spazio dietro e di fianco alla chiesa è luogo aperto ai giochi infantili, e dotato delle attrezzature necessarie, come altri tre nel villaggio. Di fronte alla chiesa, oltre la via principale, una vasta piscina con statue, panchine e prati intorno, è semi-abbandonata, l'acqua coperta da isole di muschio e di piante: forse era viva al tempo del kibbutz, quando i servizi collet– tivi, anche quelli non legati alla produzione, erano oggetto di attenzione da parte della comunità; mentre in seguito ogni famiglia si è andata pro• grcssivamente chiudendo nei suoi problemi particolari; al punto che oggi soltanto cinque o sei famiglie s'interessano, e prendono parte, ad attività diverse da quelle della loro vita quotidiana. Il moshav shitu.fi ( villaggio cooperativo) mantiene il principio kibbuL• ziano della terra lavorala e gestita in comune (e delle altre attività sociali, se ce ne sono), nonchè quello della proprietà o dell'usofrutto collettivo dei beni e degli strumenti di lavoro; ma si distingue dal kibbutz perchè ripristina l'isolamento della vita familiare. Ogni. famiglia - che mangia e dorme in un'abitazione propria, assieme ai figli - dispone di un imvorto mensile forfettario per vitto, vestiario e piccole spese casalinghe, propor– zionale al numero dei suoi componenti, ma non al volume o al valore del Joro lavoro (ognuno dà tutto quello che può e riceve una retribuzione uguale a quella cli tutti gli altri); più una somma alla fine dei raccolti, sempre proporzionale al carico familiare, ma variante secondo il ricavo dell'annata, che serve per viaggi, diverlimenti, piccole spese diverse. Le spese d'abitazione, l'educazione dei bambini e le cure mediche sono inle– ramente a carico della collettività. Il giro d'affari del moshav di Alonei Abba è intorno al milione <li lire israeliane (250 milioni di italiane), e i suoi bilanci, pur essendo costan– temente migliorati, non si sono ancora mai chiusi in attivo; la disponi– bilità media familiare è intorno a 750 lire israeliane ( 188 mila italiane) al mese, corrisposta non in denaro, ma in generi alimentari e altri, acqui– stabili allo spaccio <lclla cooperativa; per superare la cifra assegnata, oc– corre l'aulorizzazionc del tesoriere. La frulla è gratuita, le sigarclte di una sola qualità a buon mercato, pul'e; ma è in corso di discussione la pro– posta di conleggiarlc nella assegnazione mensile predetta. Questa soltanto - senza contare, cioè, il conguaglio annuo, il cui ammontare non ci è stato riferito - risulta assai maggiore del reddito medio di una famiglia cilladina, sottolinea Shmuel, e dimostra la \'italità del moshav e la couvc– nienza di vivere io campagna; ed è molto pili bassa della cifra d'affari suddivisa per famiglia, pari a 440.000 lire italiane. Tradolli pro capite, e sempre calcolati mediamente, i due imporli ( 188 e 440 mila 1ire italia– ne) diventano 36 mila lire per il reddito forfettario mensile, e 85 mila per la cifra d'affari: il che è buona prova di una gestione sana della coope– rativa; cioè, un allo lasso di rimborso di capitali presi a prestito e di paga- 49
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