Volontà - anno XV- n.1 - gennaio 1962
il nostro reudiU1ento, pur essendo inferiore a <tuello di un salariato normale, · non può venir valutalo, onestamente, a meno di quattro-cinque lire israe• liane ( 1000-1250 italiane) al giorno; la differenza fra il costo e il valore del nostro lavoro rappresentando appunto l'aiuto che un campo del Servizio Civile dà all'ente che lo accoglie. Sono costretto ad interessarmi anche gros– solanamente, di questi calcoli - ed è la prima volta che mi capita, dopo sette esperienze di questo genere in sei differenti paesi - perchè come capo-campo debbo saper rispondere sia alle lagnanze di una parte dei responsabili del moshav (che ci !unno capire o ci dicono apertamente di non esser soddisfatti del lavoro di taluni di noi), sia di alcuni "olontari, che tollerano molto a malincuore certe osservazioni <lei capi-brigata o il tono col quale sono fatte: trullandosi appunto ~ mettono giustamente in rilie\'O - di un contributo volontario. Tutta\'ia queste di\'ergenze e i problemi connessi - come queHo della insufficiente pianificazione del nostro lavoro da parte del moshav - sono stati discussi con franchezza in un paio di riunioni miste; e ne sono emersi dei sospetti assolutamente impossibili in un altro paese: come la storia di alcune mele di qualità t>reziosu trovate, durante la selezione, con qualche lcuera incisa sulla buccia. Per c1uanlo non sia riuscito a capire se si trattasse di caratteri ebraici, arabi o latini, ho visto lo sdegno per lo spreco e la relativa accusa farn il giro di tutte le nazionalitù: dagli ebrei del mosliav agli arabi, da questi ai beduini, da un'ebrcu del campo agli europei; con una circolarità troppo assurda per essere divertente. Lavoro a parte, i rapporti tra noi volontari e la genie del villaggio sono stati ottimi, gli inviti presso le Camiglie numerosi (senza alcuna differenza per la uaziouali1à del volontario, con qualcuna per il suo grado ili simpatia), le serale cli danze popolari israeliane nella bella sede del club animatissime e divcrlcnli, la partecipazione ciel moshav alle nostre discussioni, anche se limitala a una decina di persone, attiva, sincera, cd estremamente utile. All'interno ciel nostro cam1>0, invece, è risultata scarsa le partecipa– zione alle discussioni dei volonlari tedeschi; i quali, << venuti per incon– lrare gli ebrei come cristiani >> (secondo la loro stes!'la programmatica affer– mazione), laanno talora preferito chiudersi in pacifiche riunioni cli preghiera anzichè aprirsi con noi a contatti animati, epperciò umanissimi, con l'am– biente ebraico. Inoltre uno di loro è riuscito anche in Israele a fare il suo bravo discorsone di propaga nela anticomunista: nella Repubblica Fede– rale c'è il bello, il buono, la luce, la libcrlà; nella Repubblica Democratica il male, il brullo. le tenebre e la schiavitù; in modo talmente dogmatico c irreale, eia lasciare perplessi financo gli arabi, pur tanto ingenuamente inclini a credere a un tedesco. Questo mal\'ezzo di far propaganda anticomunista anche nel Ser\'izio Civile - tuttora Condamentalmente, per fortuna, apoli1ico - l'ho riscon• Irato, assieme a forme acute di nazionalismo, soltanto in volontari prove– nienti dalla Germania occidenlale; mentre non ho sentito una 1>arola di significato militarista, revanscista o di nostalgia nazista, in bocca a giovani della Repubblica Democratica. conosciuti in altri campi. Cerio una delle ragioni per cui i tedeschi cercano «li scappare dalla Germania orientale 47
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