Volontà - anno XV- n.1 - gennaio 1962
camera da letto, è una breve stanza, con una piccola finestra, affollata di sofà e cli quella cianfrusaglia di mobili, caratteristica della piccola borghesia europea. A una parete noto una vecchia fotografia del Bambiu Gesù, con una corona di foto di bambini della famiglia, incastrali nella cornice; fra me e una bella ragazza - rigida e impacchettata in un moderno vestito dalla gonna a campana, che contrasta penosamente con Ja povertà dell'ab– bigliamento delle ahre donne della casa - sta una bassa vetrina, ripiena del vasellame di parata. Di fronte u mc - stagliantesi contro il panorama immobile di una pianura riarsa, a colori sbiaditi - un uomo sulla qua– rantina, dai lineamenti simpalici e gJi occhi vivaci, parlu più t.lcgli altri, in una concitazione fantastica e divertente. A un certo punto comincio a comprendere anch"io, quundo inframezza l'arabo cli parole latine per riCarc alla perfezione, con fostosa comicità. la scena della santa messa: è stato chierico per anni, ha studiato in semi– nario, ma al momento buono non ha avuto il coraggio di abbracciare la professione religiosa: i preti - ci spiega, in uno stralnnuto miscuglio di arabo, inglese, francese e latino, che risulta chiarissimo, data l'aulica verità della cosa a noi abituati a vivere in Europa, ma che a lui, arabo neofita e convertito dai missionari dl Terra Santa, resta ancora uel gozzo = i preti, quando cerimoniano in pubblico mangiano un briciolina cPostia e bevono un sorso di vino; quando son soli si rilanno acl usuru, con pranzi succulenti a base di polli e di capretti (ccl eccolo a mostrare, con ahbon– danza e precisione di gesti, come li mangiano, e quanti). Forse di conse– guenza, quest'uomo s'è sentito dentro, invece del sacerdozio, la vocazione ciel macellaio; ed è questo il meslicre che [a adesso, senza cavnrci molli quattrini, in un paese come Rama. Passiamo quindi in una famiglia drusa, una delle più ricche del paese: la bella e chiara stanza che fa eia ingresso e da soggiorno insieme, è grande quanto tutto l'appartamento di un bravo impiegato italiano; e gli uliveli posseduti sono (ca i più vasti della zona. Il padre, con una specie cli caffcllano giallo sopra il pigiama ( indumento di grande distin– zione) accoglie i notabili minori che entrano Crequenti dalla porta spalan– cata sulla strada principale, quasi a rendergli omaggio; il figlio, lullora una delle persone più influenti del paese, faceva parte del consiglio muni. cipalc al tempo del nostro campo di lavoro. Il pranzo - allestito apposi– tamente per noi alle tre del pomeriggio nella cucina vastissima - è una gioia abbondante di verdure farcite, di carne cruda finemente mischiata a legumi aromatizzati, immersa in un olio che meravigliosamente ha il sapore delJc loro ulive; di Erutta opulenta e freschissima. Di qui siamo costretti a traslocare, pesanti di cibo, presso un parente. sposo cli fresco, maestro nel villaggio e proprietario di una casa nuovissima lulla a pian terreno, con un ampio portico, arredata con normule spaziosa semplicitì1; solo che le finestre - in questa come in molte abituzioni della borghesia non ebraica eia me visitate, sono, inutilmente ull'a1>parcnza, chiuse da inferriate. Ne chiedo la ragione al padron di casa, che rira fuori motivi di estetica e di maggior sicurezza 1>er i bambini: ma l'impressione che mi 35
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