Volontà - anno XV- n.1 - gennaio 1962

na. Ciò che rispeuo nel mio pros– simo non sono i cloni di natura od i beni della fortuna, bensì la qua– lità d\1omo. La giustizia non è sol– lanto una facolt:"1 dell'uomo suscet– tibile di sviluppo (e questo svilup– po appunto costituirà l'educazione de1l'umanità), ma è anche un rap– porto, una equazione e, come tale, non presenta nulla d'arbitrario e di antinomico. In nome della giustizia, Proudhon respinge ogni norma legale e, so– prattutto, le leggi dello Stato. Infat– ti, poichè gli interessi umani sono, per loro natura, innumerevoli, poi– chè i rapporti clegli esseri sono va– riabili e mobili all'infinito, lo S1a– to farà cadere sul povero popolo leggi, decret·i, editti, ordinanze, cir– colari come grandine, tanto che il sole politico si ricoprirà d'uno stra– to di carta che soltanto i... geologi potranno registrare come formazio– ne papiracea nella rivoluzione del ~lobo! Si sa che cosa siano e che cosa valgano le Jeggi. Tele di ragno per potenti e ricchi, catene per i piccoli e per i poveri, reti di pesca tra le mani del governo. La giustizia postula una norma giuridica unica, poggiata sulla vo• lontà generale degli uomini: un con– tratto concluso che deve essere a– dempiuto. Lo Stato, come relazione giuri– dica contraria alla giustizia, va re– spinto. Infatti, il governo dell'uo– mo è la sehiavitl1, la quale si attua in ragione jnversa dello sviluppo intellettuale al quale una dcterrni. nata società è pervenuta. Nessuna sovranità è legittima: nè il diritto ereditario, nè la elezione, nè il suf– fragio universale, nè la consacrazio– ne della religione conferiscono le– gittimità alla sovranità. Sotto qua– lunque forma si presenti, monar– chica, oligarchica, democratica, la sovranilìt è illegale ccl assurda. Au– torità, governo, potere, Stato: pa– role che designano la stessa cosa; in esse si percepisce il mezzo per opprimere e per sfruttare i propri sjmili. Af-solutisti, dourinari e de– magoghi volgono il loro sguardo ver– so il polcre. Tutti i partiti, senza eccezione, fino a quando aspireran– no alla sovranità, saranno varietà dell'assolutismo: non vi sarii libertà per H cittadino, ordine per la so– cietà, unione tra i lavoratori sino a quando la rinuncia all'autorità non avrà sostituito, nel catechismo politico, la fede nell'autorilà. La giustizia vuole che, al posto dello Stato, vi sia una vita sociale, che Proudhon chiama (< Anarchia >l e, piì1 tardi, cc federazione »: 11 un sistema d'uguaglianza assoluta, nel quale tutte le attuali istituzioni, me– no la proprietà o la somma degli r.busi della proprietà, possano non sol tanto trovarvi posto, ma siano 11 In una nota, l'Eltzbncher fa rilevare, $oprattullo nei confronli di Karl Diehl (Pro11dlwn. sci,ic l.,chre ,md sein Lebcn) e cli E. V. Zcnkcr (/Jer Anarcl1ismus, Krits• che Geschiclite der anarcl1istichen Tlieorie) i quali soslenevano che la ,lottrina di Prou– dhon sino al 1852 fu l'anarchia c. dopo <1uel– la dato, il federalismo - che l'anarchja proudhonniana fu federalismo sin dal prin– cipio e che soltanlo in momento succes– sivo fu chiamata federalismo. 15

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