Volontà - anno XIV- n.12 - dicembre 1961

cialismo lc~aliturio, oppone che, dal 1901 a quel momento, 100 proletari sono s1111i8""".:"inati e 700 fori1i, chf" centinaia rli scio1)eranti sono sia– ti comlannali u pene enormi (come in oc-ca11.ione delle agitazioni cli Ar• genia. dc-Ila Sardegna, di Crespella– no. ciel Parmen'-e e del Piacentino), che 3000 ferro, ieri sono stati puniti con trasfrrimenti e mu1te arbi1rarie e parecchie centinaia di c,.11j conclan• nati, clic il periodico anarchico cli Milano Lo Proll>$1t1Umm,a ha suhi– to 40 proce~i in , enti mesi con la conseguente condanna a pene duris• simc cli ben quattonlici gerenti re– sporuahili: il 1w1>0lo~l'Pl"Hl~,rnppnre ,lolle correri i Ro- 111u11~i. Turnti, i De Amlrels ,Id 1898 ed orn 1111c&1i r 111rn11,nti engono bor(lonc ol go– verno per riu11ol,l11rc le ('11lcne dei 11110,·i con• Jonnati politici, pnchl· 1111csli sono tutli opcrni e tonlu1li11i, tutti veri rivolutionari ... A i\lilano ogni initintiva 1>ro vittime poli• tiche vc11iv11 sabo1111ae nulla ai volevo AA· pere 1l'u11n•!l'itnrione in ,lifeca dciii nrre!lll• 1i e poichè l"odinlo a1111rehieo [/..o Prolesla Umana] vi im1ii1e, lo ti colpi.sce e ai 111«. Per i borghn.i le vittime 1>0li1iche tlnnno bene in orttre; 1:ier i 'IO('Ìalicti, dal 1iorno in cui Turati U.!CÌ 1>iapucolando da un re– clu10rio. , iuime politiehe non ve ne aono più. Raramente nelle pagine del Liber• tario si lenta di indi,•iJuare Je cause organiche della degenerazione oligar– chica e settoriale del movimento SO• cialisla nel decennio che precede la guerra; quello che il movimento a– narchico percepisce, però, è il ca• ratiere fi11izio e artificiale della po– lemica tra riformisti e rivoluzionari all'interno del partito socialista, po- t-rn lirmnlo dn <• Cli Aunrchir.i cd i Rivo, luzion11ri 111ilu11eti "· 718 !emica - come notava acutamente il Sah-emini - che, sempre fondata sull'antitesi fra gradualisti e ma 11si– malis1i. fra legalitari e ri,•oluzionari, fra transigenti e intransigenti, fra collaborazionisti e anticollaborazio– nisti. non fu mai urto (ra deviazione oligarchica e indirizzo solidarista del movimento operaio."" Ed è soprat– tutto nelle Casi « critiche 1t dei con– flitti sociali o nel corso elci grandi mO\•imenti sindacali che J>iÙchiara– mente emerge il carallere trasformi– stico e velleilario dei gruJ>pi diri– genti socialisti; ed è so11rattut10 in ,rueste occasioni ( come durante lo sciopero generale del 1908 e dc-I mo• vimcnto del prolelnria10 del Parmcn• se) che Il Liberlflrio inasprisce la sua polemica nei con[ronli della Con– federazione Gcnernlc del Lavoro, de11a Direzione del Partilo SociuliiHn e clell'A;anti!, accusati tli fre,rnrc lo slancio rivoluzionario delle masse e di soffocare il mo,·irnento per amore di quieto vivere. o per interessi di partito o per opportunismi politici: Guerra ad oltranza a que&to riformitmo ,ile. ipocrita, ge:,;uitioo, che lutto ,·uole ri– durre a calcoli opportuni!lici e che ormai :imboleggia il più afaceialo arrh·i1mo." Contro questo riformismo, che ten– tava la giustificazione dell'operato della polizia con l'aforisma secondo il quale « nella conflagrazione fra capitale e lavoro, i falli luttuosi che avvengono si possono enumerare fra gli incidenti di lolla »; clic spiegava - come aveva fatto l'on. llonomi sull'Avanti! - le stragi <lei conta- 47 Cfr. C. SALVEMINI, 1'emle11:e vecchie e nece,uità 11uove del movime,1to ovcraio italiano, Bolog11a, Ca1>11clli, 1922, " Il Liberlario, 25 giugno 1908.

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