Volontà - anno XIV- n.12 - dicembre 1961
Esiste in proposito un documento tipico molto interessante. Si traila del rapporto del Comitato Nazionale della C.N.T. al Congresso dell'A.I.T. tenutosi a Pnrigi nel 1937. Secondo il documento, il 19 luglio la C.N.T. era padrona assoluta della C,:1talogna, ma la sua forza non era tanto con– siclcrcvole nel Levante e nella Regione Centrale dove il governo ed i partili politici ave,•ano grande iuAuenza. Nel Nord la situazione era enigmatica. Nonostante ciò, sempre secondo il predetto documento, si pote,•a tentare un'insurrezione con <e probabili risultati di riuscila)), L'U\'Venturn implicava la lolla su tre fronti: quello fascista, quello governativo e quello del capi– talismo straniero. Considerando, però, le complicazioni derivanti da tale m•,•enlura non rimaneva altro da Care che collaborare negli altri sellori. La collaborazione antifascista portava, consegi1cntementc e fa1almente,. alla collaborazione con il governo. Il documento così si esprime e prosegue: <( Difatti, in tutti i paesi e nei capoluoghi di provincia, la C.N.T. faceva parte degli organismi ufficiali nei comitali del front.e popolare, in quelli delle milizie anti(asciste, esplicando funzioni di governo nei munieipii e nelle deputazioni provinciali, nei tribnnali di giustizia, nell'amministra• zionc delle carceri, nei commissariati (di polizia). Poli1ica11wnte la C.N.T. si trovò sommersa. Eravamo talmente dentro l'azione poli1ica senza averlo prima consiclerato, senza una medi1azione preventiva, senza aver calcolato Je conseguenze. Ci mancava solo di comprometterci pubblicamente nella geslione governativa ... )). Questa dialettica ufficiale sopra il fatale dilemma dc1la rivoluzione libertaria o della collaborazione non è troppo convincente. Tampoco lo è quella sulla collaborazione antifascista che trascina fatalmente alla collabo– razione governati,•a. Meno ancora quella della partecipazione della C.N.T. e della F.A.1. negli organismi rivoluzionari cli nuova creazione, o lrasfor– mati per impulso popolare, implicante automaticamente una collaborazione ufficiale. Detti organismi si trasformarono in ufficiali, o ccdctlero il passo agli organi politici tradizionali, in misura che il fatalismo <( governat,ivo >1 si faceva strada nelle menti dei capi della C.N.T .. F.A.I. Per quesli uomini non vi era altra via d'uscita che la dillatura anarchica ed essa rappresen– tava il suicidio. Il rapporto del Comitato Nazionale seguita argomentando: t< Il Le• van te era indifeso e vacillante, con le guarnigioni sollevate nei quartieri; le nostre forze minoritarie a Madrid; neJl'Andalusia vi era una conCusione tra i lavoratori, armati di fucili e armi primitive, che combatlevano sulle montagne; il Nord costituiva un'incognita e il resto della Spagna in mano ai fascisti. li nemico si trovava in Aragona, a11e porte della stessa Cata. Jogna ... D'altra parte il nervosismo delle rappresentanze consolari straniere sfociò nella presenza, nei nostri porti, di navi ( da guerra) in gran numero )i. Aggiungiamo, per nostro conto, che la perdita di Saragozza, sulla strada tli La Rioja e del Nord, più la perdita potenziale dell'Andalusia, signifì. cava mezzo censo confederale fuori combattimento. Il rapporto occupandosi delle divergenze che intaccavano il potere rivo– ]uzionario della C.N.T., così prosegue: 686
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