Volontà - anno XIV- n.12 - dicembre 1961

intima delle sue con\'inzioni, cioè la ragione d'essere d"un 1110,,imeuto sto– rico. crollasse. Come si rese possibile questa crisi galoppante'? Alcuni critici insislono sugli errori cli pre\'isioni rivoluzionarie e su certi imperativi circostan– ziali: tt Però nè Fabbri nè i pubblicisli libcrlarii del lempo pros1>ella– rono il prohlcrna ( della rivoluzione) con riguardo alla situazione cli una guerra civile conlro un nemico del lipo del (ascismo militaristu, in un paese dove l'opinione anarchic11 lruscina grandi masse proletarie come è il caso della Spagna >>. 1 Queslo giudizio non è esatto. Lu letleratura liberiariu, sul problema rivoluzionario. e sulle grandi ri\'oluzioni ciel mondo moderno (special– mente su quella rnssu ,lei 1917) è molto vasta. Però occorre che tutte le analisi, su ratti concreti e ben cle1erminati, siano scosse dai fotti concreti slcssi non inq,orta se ripeluli. (Ai nostri giorni i problemi prospettali dalla rivoluzione russa rinverdiscono come radici degli a\',·enimenli di Cuba, con tulli i pro ed i contro, nei mezzi anarchici). Alla s1>eculazione filosofica, non importa se pre,·isla dalla critica anticipazionista cli cerli fatti eoncre1i, si impone scmpn· la rcuzione diretta prodotla rlalla realta brutale delle cose. La le1teralura libertaria, quella spngnola in parlicolarc. 11 partire dal 1930 è piena di anticipazione l'i,•oluzionaria e rieostrullivu ad un lempo. Se alcuni aspetti non furono risolti soddisfacentemente fo per difetto di ca1>acità analitica o perchè, umanamente, non si palette tro\'are alcuna soluzione. Nessuna resistenza, anche all'estremo limite, è possibile di Cronte ad una forza maggiore. Probabilmente mancò la generosilà necessaria per optare sinceramente per un'atli\'ità piì1 intelligente di fronte alla stessa, schiacciante, forza maggiore. Però, ripetiamo, tulle le previsioni basate sulla pura speculazione e sulla remota esperienza cedono il passo dinanzi alla forza irresistibile degli avvenimenti, specialmente quando eia essi dipende la nostra esistenza individuale e collelliva. Davanti al pericolo della morte la prima reazione dell'uomo, cd in senso largo lrn le masse e nelle org11nizz11zioni, è quella suscitatu dal– l'istinto di conservazione. Quantunque 111scelta, secondo l'istinto, sia più o meno in(aUibile. Molte volte le reazioni dell'istinto di conservazione sono le più opposte alla conservazione stessa. Ma tali reazioni trovano spie– gazione, se non gi!JStificazione, nel fine stesso della conservazione. Nella virata tattica della C.. T. e della F.A.I. (la F.A.l. durante quasi lullo il periodo della ri,,oluziouc subì lo stesso urlo psicologico della C.N.T.) si distinguono vari aspelli. La reazione fu, in gran parte, istintiva o umana. l Comitati e gli elemenli ,1poslllli solcvano fare delle 11revi&io11i per poi giustificare <e après coup ,1 un coso di coscien:a. Tale coso di coscien:.o può spiegarsi con le costanti autocrilichc degli esponenti della C.N.T. e della F.A.J.. anche se fatte con tono arrogante, aggressivo e pieno di sfida. 1 C,rnLo_.,M. n,nlA: La crisis espa,iolu ""' sislo XX. Me:o:ico,1960. 685

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