Volontà - anno XIV- n.11 - novembre 1961
- peggio che al tempo del fascismo - e quali pericoli sta correndo. Ed abbiamo anche noi le grandi corruzioni che si chiamano Giuffrè, Roisecco, speculazioni di aree fab– bricabili, prezzi iperbolici dei me• dicinali, attentati alla salute pubbli– ca cou le sofisticazioni dei generi alimentari 1 ecc. Abbiamo anche noi le zone depresse, e non solo nel Sud, ma in tante parti d'Italia e perfino alla periferia delle città più ricche, come Milano, dove nelle Coree di ba. racche e casupole vivono i nuovi im. migrati. Mentre vicino a queste ci .sono le case di lusso vuote, le bel– lissime fuori serie sulle quali viag– giano i grandi preti, i personaggi molto importanti e lutti coloro che, senza il sudore della fronte, hanno accumulato rapidamente iperboliche fortune. Infine, non è vero che il fascismo sia stato estirpato; il fascismo, che solo in minima parte è rappresen– lato dal partitino del MSI, è nelle no– stre istituzioni retrograde, nella no– stra legisla~ioue rimasta in gran J)ar– te que11a foscisla, nel Codice Penale fascista, nclta burocrazia che conser– va una mentalità fascis1a, nelle vo– lontà SOJ)raffatrici di chi ha le leve di comando o il dominio economico del paese. Non servirebbe a niente rivendica– re )a libertà del popolo spagnolo, testimoniargli la nostra solidarietà, se noi non fossimo capaci di batterci in casa nostra per opporci all'assal– to in atto di tutte le forze retrogradi, conservatrici, autoritarie. Ed uscendo da quel guscio che è l'Italia altre responsabilità ci incom– bono. Quasi tre miliardi di esseri uma– ni assistono indifferenti, inerti, an- che se sgomenti, al conflit10 che esi– ste tra Occidente cd Oriente. Il no– stro des1ino, con tutto il lavoro di millenni, è sospeso ad un sottilissi– mo filo che, i~dipendentemente dal– le volontà di chi conduce il rischioso, terribile gioco, potrebbe spezzarsi. Tr.i questi tre miilardi ci siamo noi, ci sono f nostri figli, nipoti, amici, compagni di lavoro con le loro !ami. glie e lutti ci sentiamo impotenti da– vanti a <1ues1a tragica prospettiva. Se si fa qualche cosa, si parteggia per l'uno o per l'altro dei due in lizza. Si saluta con gioia la bomba atomi– ca che è falla esplodere da una par– ie, e ci si indigna, si protesta con- 1ro quella che scoppia dall'altra par– le: la prima salva la pace, la secon– da è una provocazione a1la guerra. In questo modo cooperiamo al nostro suicidio, perchè la verità è che ogni bomba che scoppia, non importa se al di qua o al <H là della cortina di (erro, è un passo verso la guerra, ogni 1>otenziamen10 di armi ci avvi– cina all'Apocalisse. Non si può so– spingere le acque di un fiume strari– pante alle loro sorgenti. Noi stiamo firmando la nostra condanna cli mor– te perchè abbiamo già una meola• Jità di guerra cd è proprio quello che vogliono coloro che dirigono i fili dell.1 poli1ica mondiale. Che cosa lare? Si può essere neu– trali cla"anti a situazioni così cari– che di tragici eventi? No, non bisogna rimanere neulra• li; bisogna rifiutare di accodarci al– la politica degli statisti~ chè mai gli interessi dei popoli passano attraver– so le cance11erie di Stato, i loro e• serciti, le loro armi segrete. Bisogna aiutare la gente ad ,1scire dall'accecamento in cui è caduta per mezzo della persistente propaganda 651
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