Volontà - anno XIV- n.11 - novembre 1961

dell'anarchico che alla fine del 1959, con quattro compagni suoi, cadde crivellato dalle pallottole sparategli dagli sbirri di Franco? Ve ne ricor– derete certamente perchè persino la grande stampa ne parlò, e pan•e commuoversene un poco tributando– gli Pomaggio che meritava. Era\'amo nel dicembre 1959. Vi ri– corderete anche che il grande presi– dente Eisenhower, il capo della pili grande democrazia occidentale, qual– che giorno prima si era recato a (a. re una visita di cortesia al caudillo e scendendo dall'aereo l'n\'e\'8 ab– bracciato . .t una di <1uelle vergogne che rimangono ne1la storia e che ogni uomo che ha un poco di dignità non può dimenticare. Sabater ed i suoi compagni vogliono anch'essi recar– si in visila nel proprio paese. Quan– te \'Olte Francisco Sabater ave\'8 fat– to la spola tra la Spagna e la Fran– cia do,•e "iveva esiliato, con la fami– glia1 per compiere atti di sabotaggio contro il regime. Impedire che Fran– co si senta sicuro, far sentire a co– loro che coraggiosamente continuano la lotta contro il regime che sul cuo– re degli esiliati non è sceso l'oblio, dire al mondo intero che la partita con Franco non è chiusa, nonostante le concessioni e gli ec1uivoci della po]itica dei grandi: ecco, che cosa vuole dire egli con una lotta impari che ha co1ne posta la sua vita. Ed in <1uella fine di dicembre trova davve– ro la morte. Mn quanti prima di lui erano caduti! Inutilmente la stampa franchista cercherì1 di coprirlo d'infnmia facen– dolo patsare come un bandito, un tagliaborse. Barcellona conosceva be– ne questo suo figlio; l'ave,,a visto impegnato nelle imprese piìi rischio– se durante la ri\'oluzione, ed ora sus- surra il suo nome come <1uello del– l'eroe leggendario, con ammirazione, orgoglio ed affetto. on diciamo che il suo sacrificio fu inutifc, così come non furono inu– lili i sacrifici di Luce11i, di Schirru, di Sbardellollo, durante il fascismo. Nei periodi di grandi viltà, e di in– differenza generale dei popoli, sono questi atli di coraggio che riscattano l'uomo e fanno sperare nell'avvenire. Vi ho eletto tutto questo pcrchè sentiate con quale animo siamo stati e siamo vicini al popolo s1>aguolo, 1>artcci-pi delle sue sofferenze, delle sue aspirazioni. Ora potrete meglio capire pcrchè non ci poniamo la do– manda: Perchè la Spagna, oggi? Ma se non ci poniamo quella do– manda, un'altra ci turba, ci ango• scia. È questo i I momento piit op– portuno per interessarci alla Spa– gna? Il mondo è sottosopra: la ten– sione tra i due blocchi antagonistici ha raggiunto il massimo. Pesa su di noi, pili minaccioso che mai, il pe• ricolo di quella guerra che se scop- 1>iasse non sappiamo se l'umanità avrà un domani. Gli avvenimenti di Berlino, la ripresa deg]i esperimen– ti nucleari eia parte della Russia, le minacce che i due più potenti del mondo si fanno reciprocamente, ac– conq>agnate cla1lc dichiarazioni di possedere, ognuno, gli armamenti più potenteruente distruttori, non fanno passare in secondo piano il problema della Spagna, le sue mi– serie, le sue sofferenze? Davanti al tragico destino che incombe sul mon– do intero, parlare de11a 5J)agna non è come lamentarsi dei propri guai individuali in periodi di grandi cata– strofi nazionali o mondiali? Tullo questo è \'ero se non si tie- 645

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