Volontà - anno XIV- n.10 - ottobre 1961
\'O di ogni riguardo e ad un tempo scientifico. È questo il grande pro• gresso scientifico che eglj ha fatto, progresso che rivoluziona l'economia politica e rende per la prima volta possibile una ,·era scienza dell'eco• nomia politica >) ( pag. 35). 4) A proposito degli economisti che si « diballono )) << inconsapevol– mente » nella ((contraddizione )) esi– stente tra l'ap1>arenza umana dei rapporti economici ed i rapporti non umani, Marx scri,•eva: << Proudhon, ora, ha messo fine una "olla per scm• prc a questa inconsapevolezza. Ha preso sul scrio l'apparenz<t u.numa dei rap1>0rtì economici e l'ha con– trapposta rudemente alla loro re(lllà non ummw. Egli ha costretto questi rapporti ad essere nella realtà ciò che sono nc11a loro idea di sè stessi o piullosto a rinunciare alla loro reale mancanza di umanità. Conse• guente a sè stesso, Proudhon ... ha 1>rescntato la proprictil privata nella sua forma universale come falsifica– trice dei rapporti economici ll ( pa• gina 37). 5) « L'economia politica, finora, partendo dalla ricche:.:c,., che si ,•uo– le che il movimento della proprietà privata produca per le 110:.io11i, met• teva capo alle sue considerazioni che fanno l'apologia della proprietà pri– vata. Prouclhon, partendo dal lato op1>osto che nell'economia politica è sofisticamente occultato, e cioè dal– la povertà prodoua dal mo"imento della proprietà pri\'ata, conclude con le sue considerazioni che negano la pTOprietà pri,•ata »; « •.. Proudhon ri– conosce un inlerno legame tra i foui della povertà e della proprietà, poi– chè proprio in virtù di questo lega• me, egli abolisce la proprietà· per sopprimere la miseria. Prouclhon ha fatto anche di piii. Egli ha dimostra– to dettagliatamente come il movi– mento del capitale produca la ffij: seria » ( pag. 38-39). 6) t( Egli [Proudhon] non scrive mosso dall'interesse della critica at"i'°• tosufficientc, eia un interesse astrai• to, artificioso, ma da un interesse di massa, reale, storico, da un interessè che porterà più lontano che alla cri• lic" e cioè alla crisi. Proudhon non solo scrive nell'interesse dei proletari ma egli stesso è 1>rolctario ouvrier. La sua opera è un manifesto scien– tifico del proletariato francese e ha perciò ben altro significato storico che non la meschina opera letteraria di nn qualsiasi critico·>) (pag. 46). 7) « Proudhon a11:.il11tlo ha richia– mato l'allcnzione sul fatto che la somma dei salari pagati ai singoli 01>erai, anche se ciascun lavoro indi– viduale fosse pagato completamente, non pnga la forza collelti\'a, che si oggelliva nel loro prodotto; che quindi l'operaio non è pagato come una parte della for:.a-lavoro coflet• liva » ( pag. 57). Le rivendicazioni immediatamente pratiche e non arbitrarie, Ja realiz. zazione di un principio mediante la sua negazione, l'analisi« scientifica )) della proprietà privata e la conse– guente dimostrazione clc1l 1 alienazio– ne e dei rapporti economici, l'ade– renza della critica proudhouiana agli interessi, reali e storici, di massa, nonchè la valorizzazione del teno– meno delln « forla collettiva l>, rap– presentano indubbiamente delle fon. d:unentali intuizioni le quali, in un 553
Made with FlippingBook
RkJQdWJsaXNoZXIy