Volontà - anno XIV- n.8-9 - agosto-settembre 1961

E poichè la democrazia cristiana non può rispondere alla funzione progressiva che si insiste ad affidar– le contro ogni evidenza logica e sto• rica, questi politicanti delusi ripie– gano su di un argomento ancora più falso: l'intrusione del clero nelle faccende politiche. Il governo non può attuare Ja svolta a sinistra e (JUalsiasi programma di progresso sociale per l'intervento delle gerar– chie ecclesiastiche; intervento ille– gittimo perchè, dicono loro, la Chie– sa non dovrebbe immischiarsi nelle faccende politiche. Argomento as– surdo eontro cui depongono due millenni di storia ed ancora più as– surdo quando s'innalza al governo un partito confessionale la cui forza elettorale viene dalla mobilitazione di tutte le parrocchie. Tale partito deve obbedire alla Chiesa, non sol– tanto perchè da Jei dipendono le sue fortune politiche ma perchè il primo dovere di un buon cattolico è l'obbedienza ai ministri di Dio su tutti i problemi della vita privata e collettiva. Sta alla Chiesa lasciare ad essi una certa autonomia d'azio– ne quando lo ritiene opportuno, ma rivendicarla in linea di principio è autentica eresia. Protestare pcrchè il partito cat– tolico non attua una politica di si– nistra o perchè si dimostra succube delle autorità ecclesiastiche, signifi– ca protestare contro la logica delle cose. Se è falsa la molivazione di un partito cattolico aperto alle istanze di progresso sociale con cui si ten– ta di avallare i governi democristia– ni, ancora più assurdo è il camite• re di rinuncia ideale che impronta tale collaborazione politica. 454 Il partito democristiano pur al– Jeandosi nella sua azione politica a partiti di ispirazione marxista, ra– zionalista od eretica, non rinuncia con questo alla sua polemica anti– marxista ed antirazionalista cd al– la predicazione dei suoi dogmi che sviluppa su ,·asta scala dalle scuole alla televisione; allo stesso modo i partiti laici se ritengono di poter collaborare con esso sul piano po– litico non dovrebbero con <1uesto rinunciare alla critica dei dogmi e della morale cattolica che sono la negazione teorica della civiltà mo– derna e del principio stesso di Jiber- 1à affermando con ogni mezzo pos• sibile i principi del libero pensiero e dell'emancipazione umana. Al cla– more insolente dei chierici rispon– de invece il silenzio riverente dei partiti laici che fanno a gara a so– spingere le masse nelle chiese e nelle processioni. Ma forse questa resa e questa dèbacle ideale è comprensi– bile quando si pensi che i princi1>i e la storia ch'essi dovrebbero riven– dicare sono la più fiera conc\anna alla loro politica attuale. Al conformismo politico corri– sponde ju tal maniera il conformi– smo delle coscienze e dei costumi e ciò potrebbe avere un senso se il primato della morale cattolica rnp• presentasse un'esperienza attiva, un ripiegamento dello spirito sulla sua vita interiore, un ritorno dallo spi– rito scientifico allo spirito mistico, ma purtroppo iJ cattolicesimo non è un'auività dello spirito bensì la sua negazione. Le scuole neoposili• viste e materialiste rimproverano al– l'idealismo e al soggettivismo in ge• nere la loro opposizione allo spirito scientifico al quale dobbiamo la ci• ,,iJtà moderna, tuttavia la conoscen•

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