Volontà - anno XIV- n.8-9 - agosto-settembre 1961

l'uomo civile non sa che anch'egli cammina su di un filo teso sugli a– bissi del divenire umano: crede che In civiltà sia una piauaforma vasta e sicurissima, od una via diritta e senza insidie. Se talvolta si ricrede, di solito è trop1>0 tardi per riparare il male compiuto; ciononostante può chia– marsi fortunato cli essere ancora ca• pace di risalire verso qualche vetta. li problema degli istinti umani è senza dubbio vasto e complesso; e qui non possiamo certamente trat• tarlo nemmeno nelle sue lince es– senziali. Insisteremo invece su di un particolare rapporto tra società e istinti; in nitri tcrmi11i, su eventuali colpe che la condotta sociale può avere circa le periodiche esplosioni degli istinti. Diamo un esempio tipico e denso di significato. Se riflettiamo sulle nefaste conseguenze che maturaro• no dall'ideologia nazista, sembra in– crcclibile che una delle più elevate civiltì1, qual'è la tedesca, 1>ossaes– sersi macchiata cli delitti così or– rendi e supremamente inutili. l\fa non bisogna credere che tale colpa possa rimanere sempre mia esclusi– va e tristissima ombra della civiltà germanica. Questa ha avuto solo In ventura, riguardo a simili genocidi, di esse– re la prima, in un universale scale• nnmento degli istinti, ad injziare uno spaventoso fenomeno che pur– troppo continua a rimanere allo sta– to potenziale. Certo che in periodi di cosidetta 1>ace,simili eccessi di crudeltà non sono possibili; ma attendete che la valvola degli istinti venga libera– mente aperta attraverso ad unn guerra apocalittica, per essere con– vinti che certe previsioni non sono poi tanto fantastiche e gratuite. L'ingigantirsi della potenza belli– ca comporta un espandersi altrettan• to gigantesco di crudeltà colle1tiva. Questo è un fenomeno che potrà es– sere spiegato dalla psicologia delle masse, in quanto entità passive e in buona parte suggestionabili; comun– que è un'evenienza che si profila terribile e senza nome. I sintomi ci sono già, e assai preoccupanti nel– l'inquieta atmosfera delle relazioni umane; sebbene che, ad no primo aspet10, si presentino come ostacoli facilmente superabili, come ~ia~no– si verso le quali si è sicuri di fl\'ere il rimedio efficace. Pochi ne CC•lll· prendono la virtuale gravità: ve.1.1- gouo piuttosto ravvisati come bar– riere d'importanza relativa, simili a piccoli cumuli di neve posti sulla sommità di una montagna, appa• rcntemcnle innocui e privi di ener– gia; senza pensare che un po' di ven– to infido può sempre trasformarli in terribili valanghe. L'istinto è naturalmente agli an– tipodi del raziocinio. In un senso, puramenle naturale può benissimo avere un ruolo benefico per le atti– vità organiche ed entro particolari conclizioni della stessa eouclotta in– dividuale, come lo è quasi sempre per le specie 1mimali; ma nell'àm– bito vasto e complesso di una civil– tà è ben difficile, per non dire im– possibile, che i fattori istintivi, ab. bandonati a se stessi, si presentino come sicura dilesa dei valori umani, che sono stati acquisiti dopo millen– ni di sforzi elaborati appunto per dominare l'irruenza primordiale de– gli stessi istinti. Qualsiasi Iorma di civiltà non si 509

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