Volontà - anno XIV- n.8-9 - agosto-settembre 1961
di un carattere antisociale che, ba– sandosi su una serie comprensibile di complessi, sfocia nella psico– patia. Naturalmente, il fattore dell'n– nonnalità familiare non è il solo che entra a far parte della non sempli– ce personalità elci d"elinquenle mino– rile. I fattori che debbono essere pre– si in considerazione sono stati divi– si, per la comodità, in due catego– rie: endogeni ed esogeni. I fattori endogeni, che fatmo par– te cioè del -<:arattere infrmtile indi– pf'ndentemente d'allc influenze am– bientali, si riducono ad una tenclc,1- za alla suggcstihilità cd all'eccita– zione emozionale che renderanno il fonciullo molto pii'1 sensibile ni fat– lori provenienti dall'esterno socia– le. Akuni psicologi parlano poi di wrn forte instabilità che caratteriz– zer"hbc i figli di delinquen1i. Non pndo qui, beninteso, che dei casi psichicamente normali. Se en– triamo nel dominio della patologia fìsicn e mentale, non è affretto da slupirsi se, su del?li esseri anormali, le c.onclizioni familiari e sociali a– giscano in nrnniera più profonda e che In delinquenza minorile numcn– ti. di intensità. Penso ai deboli men– tali. agli epiletto'idi, agli impulsivi, ai depressivi e psicoas1cnici, ma an– che alle numerose perturbazioni del sistema nervoso, a quelle che col– pisrono i sistemi circolntorio cd en– docriniano, ai periodi delicati della pubertà. I fattori esogeni, quelli dell'am– biente che circonda il fanciullo fiu dalla nascila, sono di molto p'i\l nu– merosi e pili importanti. Fino ai 5 anni l'oJ)era dei geni– tori è il solo fattore esterno che influenzi profondamente il fanciul– lo. Il 75% dei minori delinquenti appartengono a famiglie dissociale; la carenzn cffeuivn (che nessuna ricrhezza potrà compcnsnre) ha marcato la loro prima infanzia cd è stata provocata sia dalla morte di uno od entrambi i genitori che dal– la loro separazione, o da una man– cata giustizia neI1a ripartizione del– l'affetto fra i figli, così come da una confusione affettiva che è il risul– tato del1e scene e litigi familiari. Dopo i 5 anni sono i bassi salari e la disoccupazione, con le conse– guenti miserabili condizioni d'allog– gio, la promiscuitì1, l'alcolismo, la sottoalimentazione, le malattie che minano il fanciullo nel suo equili– brio fisico e mentnle. Il 50% dei mi– nori cond'annati discende da genito– ri alcolizzati, i] 12% discende, con certezzn, da genitori sifìlitici ed il 13% probabilmente, il 12% discen– de da genilori tubercolotici. Un po' piìt tardi entrano in lizza gli esempi pemiciosi (dei genitori, dei compagni, degli spettacoli stra– dali, d'ei giornali a rumetti, del ci– nema). Il lusso delle vetrine dei ne. gozi non può non stimolnre la 1en- 1azione e l'invidia e dettare al fan– ciullo povero i primi rudimenti del– l'ingiustizia sociale. Se la mancanza di genitori, la lo– ro debolezza, la loro assenza per ra– gioni di lavoro o a cnusa di una con– dotta irregolare, unisce, nel cuore del fanciullo, al senso di insicurez– za che nasce <lnlla miseria, l'assen– za di affe1to, di cuore, di consigli e magari di son,eglianza, incomincia– no (anche perchè le cattive note ab– bondano) il disinteresse e le assen– ze scolastiche, che la scuola atlua– le con i suoi metodi è ben loutnna 501
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