Volontà - anno XIV- n.8-9 - agosto-settembre 1961
Riguardo l'espropriazione delJe terre, il congresso stabilì, come norma, che tutti i poderi appartenenti ai nemici dovevano passare alle organizza– zioni. operaie per la collettivizzazione. Lo stesso per le terre che questi proprietari avevano in aHìtto o a mez. zadria. I piccoli proprietari nemici delle collettività non potevano sfruttare che la terra che essi stessi potevano lavorare. Furono avvertiti della con– dizione caltiva in cui si sarebbero trovati mettendosi volontariamente fuo• ri della collettività. Nella Catalogna, dove la terra è molto divisa per il regime di piccola proprietà, la collettivizzazione agraria incontrò seri ostacoli che aumenta• rono in seguito alle manovre politiche dei partiti. Una parte molto impor• tante degli agricoltori catalani lavorava a mezzadria, e su di essi il partito governante aveva molta presa. Il 5 settembre, ossia un mese e mezzo dopo i fatti rivoluzionari, si ten– ne a Barcellona un congresso regionale di contadini con lo scopo di studiare a fondo le conseguenze derivanti dalla colleltivizzazione agricola. Il con– gresso decise di rispellare i piccoli proprietari che coltivavano la terra con le proprie braccia e con quelle dei familiari. Con tale concessione si cercò di impedire il sabotaggio deJla rivoluzione da parte dei coltivatori diretti. Inoltre si sperava che i vantaggi della collettivinazionc sarebbero riusciti a blandire la resistenza opposta dagli individualisti. La collettivizzazione totale fu imposta nei casi che non creavano complicazioni psicologiche. La Federazione Regionale delle Collettività non riuscì a prendere cor• po, in Catalogna, fino al Cebbraio 1937. La sua costituzione fu decisa da un pieno regionale di contadini e nello stesso tempo furono fissati gli obiettivi da raggiungere: aiuti scambievoli rispettando, però, ]e caratteristiche di ogni collellività. La federazione doveva ispirarsi ad un'ampia visione co• struttiva economico-sociale negli aspetti commerciali e degli scambi. Crediti e mutui senza interessi nè gravami a tutte le collettività bisognose. Creazione di sanatori e centri culturali a disposizione cli tutti i collettivisti. Per si– mili istituzioni avrebbero dovuto contribuire tutte le collettività in base all'uno per cento della ricchezza produttiva. Le collettività della regione del Levante (Valencia, Castellon, Alicante e Murcia) furono le più numerose e le più perfette dal punto di vista della solidità strutturale. La regione levantina, per la sua agricoltura, è la più importante della Spagna. Il movimento anarchico, contrariamente alle al– tre regioni, è più puro, più cosciente, più numeroso nei centri delle pro– vince che nelle città. Il processo di collettivizzazione fu pili ]eolo però più capace e più solido. Bisogna tener presente che nel novembre 1936 si rovesciò su Valencio tutto l'apparato burocratico e poliziesco dello Stato, essendo Madrid evacuata dal governo. La pressione governativa ostacolò molto lo s,·iluppo delle istanze rivoluzionarie ciel popolo, tanto nelle città quanto in provincia. Valencia, la sede provvisoria ciel governo è nel mezzo della piunura agricola pilt importante della Spagna. Il 7 ottobre 1936 il governo della repubblica aveva pubblicato un de– creto che sottometteva a norme giuridiche restrittive, i poderi espropriati 491
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