Volontà - anno XIV- n.8-9 - agosto-settembre 1961

ne, li è il mio padrone; i sindaci pa~sPoo, il Superiore resta. Il 1>areggio del Bilancio dello Sia. to è J>erseguito mettendo a soc,1ua• dro i bilanci dei Comuui. Da cento anni a c1ues1a parie, dall'Unilà d'l• 1alia nd oggi, non è mai BIRIO ar. frontato e risoho il J)roblema dei rapporti fra Enti locali e lato, fra decentramento ed accenlramcuto. Mancando la capacità e In volontà di farlo, si è ricorsi all'espediente dei « pannicelli caldi ,., innestati nella lecnicn del rinvio, divenuta consuetudine con for~a di legge. Le Commissioni parlnmcntnri pro– J>OSle nlln riforma della firrnnza lo– cale, da un secolo a <1ucstu parie, concludono i loro lavori con parole prcssochè identiche e ricorrenti: « nclollnre i J>rovvedimcnti di immc• diatn attuazione per porre i Comu• ni e le Province in condizioni di fronteggiare i compiti di proprio j. 11tituto e studiare una riforma di fondo, che può riposare solo su u– na s1abile rcahà economica e su una diversa delimitazione di fun1;ioni e com1lili degli enti locali ». Riposa– re, dormire, e non sognare, sos1>irn il Funzionario che affronln con an– goscia, ad ogui fine anno la sistema– zione del Bilancio, il pareggio frn entrate ed uscite, la <1undra1ura del cerchio. Ln libertà del diseredalo è la mor. te per inedia, l'autonomia dell'ente locale non accompagnata dall'auto• .mrficienza finanziaria è immobili!mo e sterilità. Il po,•cro ha Pillusione di .-:almare la sua fame gridnndo e pro• lestandoi ngli ArnminiE-lrnlori comu– mdi che sfogano in ordini del gior– no e mozioni pla1oniche la loro im• potenza, una recente cir<'olnrc del ministro degli Jn1enii Scclba, proi- bisce siffatte manifestazioni di poli– tica che distraggono, oltre tulio, dal. le loro profiquc a11i,•i1àparlamenl.t• ri, i membri del Go,•erno a cui le mozioni vengono indiriz7.ate. Se un povero non se la spnssa, l'indebitato sta peggio. L'indebi1ame1110 1960 degli enti locali supera i mille miliardi. Le spese crebbero ci1u1unnt"anni fa 1>er In delega ai comuni di com1>iti pro• pri dello Stato, oggi tendono nd ne• crescersi unicamente per espansio. ne autonoma: il traffico mangia ero• dc le strade, il buio di none nelle strade viene apprezzato solo dalle coppie amorose, l'estensione dello obbligo scolastico fino nl <1unuordi– cesimo anno di c1à e l'increnwnto dcmogrnfìco costringono i comuni a costruire nuove aule ad arredarle, n mantenerle: l'acqua potabile non è un lusso e la fognatura una ricono– sciuta necessità. I Comuni sono sen. za fiato già per aSM>l\fere i compiti istituzionali obbligatori, non si ,·e• de come potrebbero soddisfare le e– sigenze obietth·e della conrnnilà og. gi confinate nelle « spese faC'ohalÌ• ,,e :it, m1 capitolo chiuso n doppia mandata per i bilanci deficirnri. Se tutti gli enti locali nvcs&cro sufficien– ti entrate per le loro spese, ancb. bero conquistata una autonomia pe• ricolosissima: come potrebbe il Go• vemo prodursi nelle elargizioni pa– ternalistiche e discriminare i buoni dai cattivi Comm1i 1 le Vergini sag• ge che hanno votalo con fode reli. gio!!n e quelle insiJ)ienli e sregolate che hanno dato il loro suffragio ai rossi demoni? La riforma della finanza locale, trova qui il suo impedimento prima ancora che nella pigrizia e nella va. 473

RkJQdWJsaXNoZXIy