Volontà - anno XIV- n.7 - luglio 1961
po' di (< olio santo»; sarebbe trop• po comodo ... Circa il nostro argomento, rile,,ia– mo un (atto molto importante e che, ad un primo esame, si presenta CO· mc un .inesplicabile contrasto. E' vero che esiste una im1>ressionante indifferenza verso il problema del disarmo: ma è altrettanto vero che nell'animo umauo è fortemente ra• dicato un naturale islinlo di con.ser• vazione. La ,•ila, salvo nei cnsi pa• tologici che talvolta. conducono al suicidio, si presenta sempre prczto– sa per ogni individuo. Per <1ualmo– tivo, dunque, il problema del disar– mo, ove l'indifferenza verso di esso rappresenta proprio il fattore piì'1 avverso ali' istinto naturale di con– sen-azione, in quanto· presto o tardi finirebbe col menerei di fronte acl un tragico /ali.o compÌtlto; come mai, diciamo, tale problema non di– venta un'ansia universale o almeno una preoccupazione più o meno sen– tita dai popoli più evoluii? Le radici tenacissime che costan– temente alimentano la corsa agli ar– mamenti. e inoltre che rinforzano l'a. <lesione più o meno passiva di tanti milioni di persone, sono certamente alquanto complesse. Una cosa è cer– ta: che le classi dominanti sono an• cora sicure di avere a propria di– sposizione milioni di uomini dispo– sli a combat1erc, e d'ahro canto fol. te masse di civili disposte di alimen– tare la _guerra col loro lavoro ed al– trellanto rassegnale a subirne le spa– l'entose conseguenze. Se tale slato di cose sia prossimo a un definilivo tramonto, non pos– siamo saperlo con sicurezza. Tale sconcertante e incondizionala ade– sione cl11 parte di chi non avrebbe proprio nessun inlercssc, tah-oha può dipendere da una ragione del tulio economica, o per meglio dire per risolvere il problema della (a. mc. Questo avviene in grande stile, ad esempio, per diversi. milioni di asiatici, per i quali il mestiere ciel soldato significa avere assicurato un cibo su(ficiente ed un valido vesti&• rio per difondersi dalle intemperie. Ma è pure impressionante il $Cnso sportivo col cruale viene concepito il militarismo nei popoli più evoluti, ove non si può dire che il mestiere delle a~mi rappresenti l'unica riso– luzione circa il problema della fame. Che ci siano pure notevoli gruppi d'individui niente affat10 appassio– nati per la vila militare, questo non significa che J'ossessionante proble– ma del disarmo abbia per questo dei validi sosteni lori; poichè tale pro– blema non va affrontato con una semplice antipatia verso iJ milita• rismo. E alloca, siamo Corse rinchiusi in un fatale dilemma, analogo a quello che avviluppa la prassi della giusti– zia uinana, ove pur sapendo che tri– bunali, carceri e polizie uon servi– ranno mai a .rigenerare veramente glì uomini, nostro malgrado siamo costretti a riconoscere che la società - nelle sue attuali strutture e nel suo presente carallere - si trove– rebbe in peggiori condizioni se dc• cidesse di abolire tali apparati giu– ridici e di repressione? Ma è proprio su questo punto in– terrogativo che riusciamo nd"intrav• vedere, se non proprio una concre– ta possibilità di risoluzione alme• no il perchè l'istinto di conserva– zione è nncora lontnno dal clcbeJla– re il senso o il concetto che l'accre– scimenlo sempre più formidabile de– gli armamenti rappresenti la più si- 433
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