Volontà - anno XIV- n.7 - luglio 1961

cala una reale avversione verso gli istinti belluini, la protesta per abo– lire gli armamenti sarebbe sicura– mente più decisiva e più universale. Inoltre mettono i.u rilievo un fatto molto importante, sebbene che nelle sue radici sia compreso quasi esclu– sivamente dai cultori di 1>sicologia delle masse: si tratta della cosidetta passione sportiva delle Iolle, che spesso sembra dominare qualsiasi altro problema o interesse sociale. Tale passione non sarà debellata nemmeno dalle conquiste spaziali; e le masse, prima di leggere la rela– zione elci primi uomini che a,,rauuo post.o piede sulla Luua o su Marte, s'interesseranno anche in <Jnel mo– mento se la loro squaclra di calcio avrà vinto o perduto. Questa intensa passione sportiva .- sempre secondo gli studiosi di psicologia - è pure essa una valvo– la di scarico molto importante per l'inesauribile serbatoio degli istinti di aggressività. Però viene pure rile– vato che se da un lato scarica, d'al– tro canto mantiene un certo allena– mento verso tali istinti. Non si trat– terebbe dunque di uua vera e pro– pria catarsi, cioè di una liberazione definitiva; ma 1>iuttos10di una sorta di voluttà periodica, analoga a <1uel– la di chi, settimanalmente, si con– cede una be,•utina d'aJcool fuori del normnle, tanto per dimenticare le comuni preoccupazioni della vita. Il tifo sportivo ebbe In sua prima ori– gine nel mondo greco-romano; ap• punto quando si consolidò la civiltà come pressione etico-giuridica degli istinti 1>iùaperti e più primitivi. D'altra parte, come abbiamo ac– cennato, si rileva che il senso della guerra non verte esclusivamente ver– so uno scopo politico-economico: 428 esso, pili o meno 1,rofoudameute, è sempre inquinato di aberrazioni mi– liche e razziali, oltre che d'incousce ribellioni inclh•iduali e collettil'e verso continue pressioni della civiltà in atto. Bisogna risalire alla preisto– ria per trovare un istinto belluino o di aggressività apertamente since– ro, cioè non mascherato da insidiose ideologie, da pseudo necessità di di– fesa patriottica o addirittura dal pre1csto di difendere l'intera civiltà. Un'altra cd i1npressionante prova presentata dalla psicologia delle masse, è quella di rilevare che la grande maggioranza dei combatten– ti non partecipa affatto all'i111ere~se economico-politico della classe <lo– minaute dalla quale è panito il gri– do di guerra; e questo facendo pure perno sulla teoria marxista che fa dell'interesse economico il movente principale delle azioni umane - sembra una sconcertante contraddi– zione per la psicologia, la quale non riesce a comprendere come la gran parte degli uomini, la di cui ric– chezza è solo rapJ)rei;cn1:1:a chìlle lo– ro ca1>acità lavoralivc, si assuma un còmpito di così tremendi ed inutili sacrifici 1>eraccontentare una classe che non è certo particolarmente af– fettuosa - nemmeno c1uamlo è ve– stita di rO$SO - verso il mondo di chi cffettivnmeute lavora. Nel passato, ripetiamo ancora, il fine pii1 o meno interessalo, come base comune ad ogni guerra, poteva sempre trovare una sorta di giustifi– cazione; rua oggi, di fronle alla reale possibilità di un totale e re– cipro<'o annientamento, si rimane straordinariamente scon<'ertati di fronte a velleitù guerriere Alla fine delle quali non rimarrebbe altro che

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