Volontà - anno XIV- n.7 - luglio 1961
droue obbligando i sottoposti a vo– tare o comperando i voti. La vittoria è assicurala; tanto se si vince <1uan– to se si perde si è sempre sot- 10mcssi al padrone. Si tenga conltl che in Spagna (dove non si conobbe il feudalesimo) sussistono ancora i <( villaggi della Signoria >> cioè in– teri pnesi sottoposti in stato di schia– viti1 dove tutto (la casa, la terra e perfino la Chiesa) appartiene al si– gnorotto. Questi può annientare gli abitanti che neghino di corrisponde– re le rendite in misura sempre mag– giore. Può aunientare un intero vil– laggio e lasciarlo vuoto. li rispetto della proprietà lo protegge. on esi– ste alcuna legge che obblighi il la– tifondista a rendere coltivabili i pro– pri domini. li << caciquism.o )> ha lasciato una profonda impronta nella democra– zia spagnola dei secoli XIX e XX. La forza della reazione si localizza nelle province del latifondo che so– no i centri elettorali della destra politica. La sollevazione del 19 lu– glio trionlò pienamente in queste zone <li concentrazione del latilon– do, del clero, dei militari e dei cc caciques ». La configurazione agricola spa– gnola è la seguente. Nella Catalo– gna, Valencia e i paesi baschi pre– domina il sistema dell'affittanza. I fittavoli pagano le pigioni parte in danaro, parte in natura. Nella Ga– lizia (nord est) In proprietà è di– visa; campi misuranti meno di un ettaro appartengono a tre proprie– tari. Nell'altipiano centrale e nel– l'And·aJusia predominano i grandi latifondi coltivati a cereali e ad ulivi. Le macchine agricole sono quasi sconosciute nel latifondo. li risultato, dunque, è H seguen– te: la Spagna, paese agricolo per eccellenza, deve importare dall'e. siero tutte le specie di prodotti agri– coli per molti milioni di pesetas. Nel 1931 do,•ette importare grano per un valore di 107 milioni di pese– tas. Altra piaga è la di11a1ura dei grandi consorzi dei grandi allevatori di bestiame, La sua organizzazione centrale, La Mesta, è vecchia quan– to il latifondo e altrettanto, se non più, reazionaria. La situazione si dimostra con que– sti terribili dati: dei 50 milioni di ettari che compongono il territori<> nazionale, 31 milioni non sono col– tivati. Nel 1931 all'inizio della re– pubblica, a Madrid si pubblicò un libro importante destinato alla sen– sibilità dei governanti repubblicani rispetto al problema della terra e dei contadini in vista dell'annuncia– ta riforma agraria . .s Nel libro si rileva, secondo dati ufficiali pubblicati nel 1930, presi dalle risultanze catastali del 1928, che la regione di Castiglia e di Leon aveva soltanto il 69% delle terre col– tivate; la Mancia il 54%; J' An<lalu– sia il 51 %; l'Estrenrndura il 50%. Province come Ciudad Real avev•a– no 894 mila euari coltivati e più di un milione incolti. Questo fenome– no si spiega soltanto con il sistema del latifondo. Vediamo ulcuni dettagli. Secondo lo stesso Cristobal de Castro in Spa– gna vi erano 5 milioni di contadini. Prendendo, come esempio, 27 pro– vince delle 49 di cui si compone la S1mgna, vedremo che vi sono 2 mi– lioni di contadini di cui 1.444.000 .s Cris1ob11l de Castro - Al servicio de foJ campesinos - Matlrid, 1931. 405
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