Volontà - anno XIV- n.7 - luglio 1961

nel secolo Xlll dal re di Castiglia Alfonso X dello il « H,•io ». A fianco delln legislazione « /ue– ri.sra » anda,•a prendendo cor1>0 la legislazione dello Staio nazionale in formazione, e questa, a 1>oco a poco, fu sopprcssa dall'altra così i 1mmi– cipi erano, poco a poco, inten•cnuti con dei funzionari e gendarmi del re. Con l'afTermal'8i dell'assolutismo politico si anda,• o.no ris1abileodo gli aul.iclli privilegi delle caste dirigenti in danno dei liberi agricoltori, che soffocati dalle im1,os1e dovettero ab– bandonare le aziende nella « mano morta » dei lntitondisti.• Si è serillo molto sui fovor<1tori liberi clelln Castiglin in pieno regi– me di (cudnlesimo medioevale, rile– vando clic il feudalesimo, che du– rante il medio evo si sviluppò in tutta l'Europa, 1.1011 a11ecchì nella Castiglia e ee ue s1>icgarono i mo• 1ivi. La guerra contro i maomel• tani impose In ncccssi1à di ri1)opola. re e far produrre le regioni devasta– le. e siccome i contadini non lavora– ,,ano la terra se non die1ro alcune garanzie. fu necessario acce11are le loro richieste. L'assenza di feudale– simo nella Castiglia non fu frutto della generosità e della maturità men1alc della nobihà, ma dell'op– por1uni1à che ebbe il po1,olo nel far valere i pro1>ri diri!li e nel sa1>erc sfrut1nre alcune condizioni. La no– biltit castigliarrn nvc,•a la stessa men. tnlità di c1uclln francese. Il re, in lolla costante con essa, chiedeva ap• poggio nl po1>0lo al <1uale dava in cnmbio delle im1>orlanti concessioni. Quando 11i for1ilicò si mise conlro le Corte.,, contro ì municipi e contro i • Chi1uum1i di • numo 1110,111 • tulle le nicnde improduui,·e. 404 /ueros. La nobiltà seguitò a godere tlei suoi pri, ilegi feudali, lasciando improduttiva la 1erra 1 con.1tiderando che il latifondismo è rimasto intalto lino ai nostri giorni. L'improdutti,•ilà dei grandi lati• fondi si de,'e al fatto caraucristico che il ricco agrario è un signorotto che vive di rendita a Madird o allo estero senza preoccuparsi di quanto occorra ai suoi sterminati domini. Con un utile di 10 pesetas per ella• ro queste pro1)ric1à danno sempre una rendita cousidcre"olc senzn che il padrone si scer"clli 1>cr renderla 1>roduuiva. Della raccolta della ren• dita si incarica un n111111inis1rlltorc che è, allo stesso tcnq>o, nnchc il suo agente politico. L'nmmi11istr1ttO• re è spalleggialo dalle autorità locali create dal signorotto e dai Cucili del• la guardia civile. ·ua popolazioue fluttuante com• posta da giornalieri e da fitto\'oli raccoglie le briciole del signorotto e forma il suo censo elelloralc, perchè. il padrone che non lascia mai Ma– drid se non per la stagione di Cl<'· eia nelle sue tenute, ha un liobb": la politica. Nel 1em1>0dcli" elezio– ni ha il posto cli deputato a.. ~icurnlo e in seguito a tale qualifica, può a– spirare anche ad un ministero. [ ser• \'i non hanno altra alternativa che votare per il padrone, altrimenti ~o– no privati del misero salario e del– l'alloggio. Sono i lavoratori peggio pagati di tutta la Spagna e sono i pii'1 sobrii, considerato che per lliì1 della metà dell'anno si nu1ro110 di ghiande. Tale aspelto politico ciel lntifon– dismo si chiama « c,1ci<111i$mO ». Gli amministratori (« cociquc& ») orga– nizzano la ,,iuoria elcuorale del pa-

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