Volontà - anno XIV- n.5 - maggio1961

stessa C. N. T. dovette inchinarsi di fronte a questa terribile realtà. Da un incontro avuto con il presidente della Ce11eralidad i « ceneti1ta1 » uscirono convinti. della loro impotenza per imporre le massime ambizioni rivoluzionarie. In detto incontro storico furono stabilite le basi della colla– borazione democratica. Logicamente, la C. N. T. non poteva accettare l'immissione pura e semplice nel governo della Ceneralidad, stante le tradizioni antistatali della Confederazione. Così per le esigenze della C. N. T. fu creato un organismo, di ampia partecipazione antifascista, vicino al governo autonomo, denomi– nandolo « Comité Central de Milicia, Antifa1cis1a »' e che fu installato nei locali della Scuola Nautica nelle vicinanze del porto. Tale soluzione intermedia tra l'assolutismo rivoluzionario e la franca collaborazione governativa, salvava il prestigio della C. N. T. momentaneamente, ma lasciava in piedi il vecchio apparato del governo autonomo attraverso il quale dovevano essere incanalate tutte le relazioni ufficiali con il governo centrale. Questo si rifiutava di riconoscere altri poteri nella Catalogna che quelli del suo governo legale. Si trattava di una solidarietà tra governi. Lo stesso governo centrale era uscito malconcio dalle vicende tra militari e rivoluzionari. La sua responsabilità, per inetùtudine, di fronte alla sollevazione ,militare, l'aveva discreditato di fronte al popolo. Non si riusciva a perd·onare, al governo centrale che, pur avendo i mezzi per soffocare il complotto dell'esercito sin dal nascere, aveva incrociato le braccia impartendo delle consegne soporifere ai governatori civili. Non gli si perdonava di aver resistito ad armare il popolo e di aver tentato di trattare con il nemico per una « pace onorevole ». 'on gli si poteva perdonare la somma degli errori commessi e il suo successo di abulia. Nei primi giorni che seguirono il soffocamento del putclis militare, il governo centrale era un fantasma che dava seguo di vita solo aur,werso i suoi decreti, sempro a rimorchio degli avvenimenti, sempre tardiva– mente. Il governo centrale era un caclavere insepolto. Però nessun governo si rassegna a morire o ha la dignità di suicidarsi. Già abbiamo d'etto che il caso della Catalogna non era quello di tutta la Spagna antifascista. Predominavano, nella zona centrale, una C. N. T. giovane e vigorosa circondata da vecchie « elites » politiche con le loro masse più o meno Iedeli. Queste vecchie « elites )) e le loro masse non potevano seguire la C. N. T. nelle sue audacie rivoluzionarie fl tipo costruttivo. Il governo centrale aveva relazioni diplomatiche con l'estero. Le potenze democratiche internazionali erano sensibili ad una certa solida– rietà interslatale. A favore della inviolabilitlt del governo centrale giocava la situazione della Spagna antifascista rispetto al mondo politico demo• cratico. Le reazioni rivoluzionarie. le socializzazioni del popolo spagnolo 3 Comitato Centrale delle Forze Antifasciste, 276

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