Volontà - anno XIV- n.4 - aprile 1961
legale ai problemi piit urgenti e in– derogabili delle masse. Auzichè abolire la lolla di classe, il sistema liberale finì per riconoscerla teu– lando però di trasformarla da feno– meno eversivo a fenomeno integra– tivo della socielÌt borghese. A taJ fiue l'intelligenza del liberalismo si adoperò per togliere alle rivendica– zioni proletarie il loro carattere an- 1icapitalis1a e rivoluzionario, siac. care le richieste di miglioramenti economici dall'aspirazione l)iù va– sta ad un nuovo assetto sociale e farne materia di lotta parlameutare e cli normale attivitì1 legislativa. In questo intento furono nbbastauza agevolaU, come vedren.10 in seguito, dai 1>artiti che si organizzarono sul proletariato, sì che i periodi sto– rici più felici del liberalismo furo– no e sono a1>JHmtoquelli in cui può Per la rivoluzione sociale Nnturalmente queste attenzioni e queste 1n·emure di governi e uomini d'ordine per la questione operaia furono provocate dalla violenza con cui si pose storicamente tale que– stione. Il Cornrnrsi cl'elln dnsse ope• raia produsse infatti idee e atteg– giamenti rivoluzionari che postula. vano la soluzione dei problemi ope– rai in uu radicale mutamento della società. La storia di queste idee ed a11eggia1uenti eversivi 00 innovatori possiamo dividerla in tre ,,erioai riferendoci nl car:lltcre prevalente in ognuno di essi: il periodo utopi– stico che va dalla rivoluzione fnm– cesc alla prima internazionale, il pe– riodo sociale che va dalla prima in– ternazionale alln rivoluzione russa ed il periodo statale che dalla rivo- vantare in parlamento larghe rap– presentanze popolari. Il conscrvatorisn10 nella questione operaia, sia uell'aspelle autoritario come in. quello liberale 11>resenta quindi uno stesso fine: offrire all,a classe operaia la possibilittl legale di miglioramenti economid per me– glio mantenerla nel suo stato di ~og– gezione economica e sociale; il pro– lc1ariato non è una condizione uma– na da eliminare ma da sistemare decentemente negli ordinamenti ca. pitalisti. Naturalmcnle tale sietr,ma. zione e tali migliorameuti si limita• no <1uasi sempre agli strati superio– ri del prolernriato, quello impegna– to nei settori nevralgici della pro• duzione, ma ciò basta per garantire periodi di stabilità e di apparenle benessere in cui sembra che la que– s1ione operaia sin risolta. luzionc russa si estende ai nostri giorni. Nel periodo utopistico In loro rea– lizzazione era affidata all'efficacia di proge11i ideali cli società future, nel J)criodo sociale era invece affidata allo sviluppo delle lotte sociali, mentre nel periodo moderno che ab. biamo chiamato statale le istanze innovatrici della <1uestione operaia souo affidate all'azione dello sinto. l\1n bisOb'lla vedere da vicino e ad– dentro a queste id'ec per 1>otercom– preuclere tale successione storica. Per non smarrirsi nei mille rivoli che si clipnrtono dalla corrente ri– \'Oluzionaria della <1ucstione ope• raia, conviene indicare le due sor– gc111istoriche dalle <1uali ebbe ori- 199
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