Volontà - anno XIV- n.4 - aprile 1961

sticn del « Siicltirolcr Volkspartei )l. IJ meno che si possa dire è che i nostri go,•ernanli sono ambi\,alcnti quando non poco cltiari. Mentre eia una parie si risponde - e qui alme.no si conformano alla coslitu• zione - che è impossibile fermare I' Aho Adige alla libera immigra– zione italiana per formare una ri– serva germanica, dnll'ahrn si cerca di smentire le cifre concernenti quc• sia immigrazione. Sembra in effetti che le cifre del– le fonti austriache siano esagerate (si parla di 50.000 immigranti di lingua italiana dal 1947 al 1953). Le statistiche ufficiali italiane (presidenza del consiglio dei mini• stri) del 1954 danno infatti, per lo stesso 1>erioclo 1 un aumento totale della popolazione pari a 33.393 uni– tà (gli abitanti dei 111 comuni a·1. toa1esini erano nel 1953 350.000 circa: 230.000 di lingua tedesca e 120.000 di lingua itnlinrrn); i Inclini passano eia 12.267 a 12.696 ( +429), l'aumento dei tedeschi è di 21.995 abitanti e quello degli italiani di 12.693: rispettivamente lo 0,73%, 1'1,47% e l'l,57%. L'immigrazione, si dice, è da al– lora in fase decrescente, gl'impian– ti iclrocle11rici essendo quasi termi– nati; si nota pure una cel'ln emigra– zione degli clementi tedeschi verso l'Austria e In Germania. Senza uua politica immigratoria studiata, l'Alto Adige potrebbe sfuggire, data In mancanza di gran– di centri, dal fenomeno clell'urbanc- BIBLIOCHAFIA simo che pone fu cittìl di Torino io tès1n. Ma è davvero incsistenle questa politica? La ris1>os1a è difficile. Mi limito a citnre quello che lo scriuore Schreiber afTermn. ((Il governo iialiano » - scri\"e - (C continua a far venire degli o• perai, di piii in piii numerosi, dal sud della penisola e costruisce, nei dintorni di Bolzano, dei quartieri cli abirnzione tipicamente italiani; nel frauempo i tirolesi sono disoc– cupati » (si afferma inoltre i.111>ro- 1>osi10che i nuovi alloggi, od alme– no gran 1>arte di essi, sono risen•ati agli i1aliani). Sarebbe assurdo concludere con il dire che In po1>0lnzione sudtirole– se dc,•e essere libera (anche se lo è) di creare una frontiera di più, come di 8Ccgliere lo stato austriaco che, per noi, non è nè migliore nè pe{!giore di <1uello italiano. Preferisco credere che alla fine - nel quadro di sempre maggiori e ge– nerali conquiste sul piano delle li– berti", locali - l'annonia fra le du..: comunitì1 l'Ìnascerà e con essa l'one– stà e la fiducia reci1>roche; perchè "il problema dell'Aho Adige è iu fondo un problema cU con\'ivcnza e di coesislenza ». Che questa convivenza sia fncifl– tata dagli armeggi degli zelanti « pa– triolli » del 1\1.S.I. e della D.C. è poi un'altro 1>aio di maniche. CLAUDIO CANTINI ALMOND e LuTZ. • Thc Treaty of S1. Germain •• Stanford, 1935. Au•:11aACII. • Lei raees et Ics nationalités en Au1richc-Hongrie •• Pari~i, 1917. BATTISTI. • L'ht11i11e l't\110 Adige•• Firenze, 1956. Sc11u1BE11. • Tyrol », Porigi, 1958. Tu11ATI. • Oi!COrsi parlomcnlari •• Romn, 1950, ,·o!. 111. 242

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