Volontà - anno XIV- n.4 - aprile 1961
1922 o cui il sindacalo (crrovieri aderì al comple10, finì nel sangue 1>er la collusione che vi (u tra fo– sci!lli e forze di 1>olizia contro gli scioperanti. Anche in altri sindacati vi erano onorchici comba11ivi: in <1ucllo dei mctnllurgici, per esempio. A Tori– no c'ern una nostr:i tr:ulizione di lolla fin dall'occupazione delle fob– briehe, poi con la nostra partecipa– zione ai Consigli di fabbrica. E non è per puro caso che nella strage del 18 dicembre 1922, si trovllsse tra le li villime (i (eriti non si sn <1unn- 1i fossero in CJUella terribile notte) anche uno dei nostri: Pietro Fer– rero, segretario della Sezione mcrol– lurgici di quella citt:'1. E per uou dilungarmi pili di quan– to mi sin permesso, in un'esposizio– ne di quesro genere, accennerò solo al Pindacato dei minatori del Vul– dnrno di cui era segretario un corag– gioso anarchico, Attilio Sassi, che per difendere i minatori contro i fa. scisti, fu <"ondannato a 18 anni di carcere; alle località della Spezia, di Livorno, Carrara, Romagna, ecc., do,•c i nostri grn1>pi erano farli e combattivi. Lo 1csrimoniano elci re– sto i processi degli anarchici, tra– scinali a decine davanti ai tribu– nali. Pcrchè è risaputo che quasi sern1>rc gli aggrediti, o coloro che dovevnno diFendersi dalle violenze fasciste, erano gli imputali che i giudici condamuwano se,•eramcnte, e mai i loro aggressori. La storia degli anarchici di <JUC· gli anni è lu !itessa storia di tutti gli anlifoscisti che non picg11ro110e non si lnsciarono in1imidirc dulia tracostanza e ferocia fascis1e. Del resto fu proprio in carcere, al con– fino, in esilio che gli anarchici e gli antifascisti di altri 1>ar1i1i im1>nra– rono a conoscersi, a slimarsi e che nac<1uero Ira di loro anche vincoli di amicizia. A Vcntolcne gli anarchici confinati occupavano, per numero, il secondo posto ris1>ct10agli altri dei diversi partiti. Ho dime11t..ica10di dire, che nu– che a Firenze esis1eva un gruppo at– tivo cli anarchici, che per un certo 1cm1>0 foce uscire Il grfrlo della rivo/la e tra quel gnippo ,,i era Cnmillo Berncri, srudcnte allora al– l"Uuivcrsità ,fiorentina, allievo c:iro a Gaetano Slllvcmini, al <1uale an– davn, a sua voha, l'affclto e l'ammi– razione dell'allievo. C. Bcrncri col– laborò al grup1>0 salveminiano che si._fece tanto onore nella loua con- 11·0 il fascismo. I nomi sono troppo noti pcrchè ci sia bisogno di ri– cor<larli. Ma la lolla contro il fascismo non finisce quando tutte le libertà sono morie iu Italia. Coloro che hanno potuto sfuggire all'arresto o non sono srati assassi– nati, 1>rendono la strada drll'esilio. In l1alia, dei nostri, è rimnslo il 1>iù vecchio ed il piì1 conosciuto, il più meri tevole: Errico Mnla1estn. Non, fu per gencrositì, del vincitore ver– so il , 1 into che Malatesta po1è fini– re la sua vita. il 22 luglio 1932 nel suo paese. Fu semplicemente per calcolo poli1ico. Mussolini poteva far credere che in J1alia non erano stalc soppresse le libertà dal mo– mento che l'a,rnrchico pii:, temulo, <1uello che ave,,a 1c11uto in iscacco le polizie elci mondo, potcvn vive– re tranquillo, indis1urbn10 nella ca– pitale. ln realti, Malntesra era pri– gioniero, nella grande prigione che era nllora l'Jtalin, aveva sempre 211
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