Volontà - anno XIV- n.4 - aprile 1961
Poi l'll se11cmbrc 1926 vi !u <1uel– lo clell'nunrchico Gino Lucetti a j)iazzalc Porta Pia. La sua bomba sfiorò l'automobile del Duce ma rimbalzò e scoppiò quando ormai l'automobile era lontana. Anche <1ues1a volta la Prouvide11za aveva J)rotetlo il tiranno. (Tra 1>aren1esi diciamo che Gino Lucett.i, venne condannato a 30 anni di prigione, ed altri due anarchici, Vatteroni e Sori ritenuti complici, a 20 a.noi. Nel 1943, quando l'Italia del Sud venne liberata, Lucetti polè uscire da S. S1efono. Di transito ad Ischia. dove era in attesa di un mezzo per par1ire ,,er In sua natia Carrara, venne ucciso eia una cannonata te• dcsca. Era quello il suo primo gior– no di libcrtì1, dopo 17 anni di car– cere lluro). Gli nitri due attentatori sono Mi– chele Schirru e Angelo Sbardellotto venuti a Roma dall'estero (il pri– mo veniva clall' America e l'ahro dalla Francia) ma furono arrestali rispettivamente il 2 febbraio 1932 e il -1, giugno dello stesso anno. Il loro attentato non era che (<in– tcuziouale» ma Curono ugualmente condannali, con <1uella procedura sbriga1iva che caratterizzava il Tri– bunale Speciale, alla {ucilazione. Fu inutile il loro sacrificio? Se la "alidi1i1 di un'nzione do\'esse misu– rarsi dai suoi risultati, quanti uo– mini grandi dovremmo considerare dei falliti. Ma l'attentato allora si– gnifica,•a monito al tiranno; voleva dire che, dopo tanti anni di fasci– smo, di condanne, di bastonature, di assassinii, esistevano ancora uomini che osavano sfidare il suo capo. Era anche un modo di tener viva la re• sistenza contro la dillatura. Gli anarchici non sono per la vio- lenza. Essi ri1>etono, con iJ più gran– de e degno di loro. Errico Malate– .sia, ((preleriamo la sconfilla alla vil– loria che ha bisogno della forca», ma quando in un paese tulle le liber– tà sono soppresse, quando tutli gli uomini liberi sono in prigione, nl confino o in esilio, l'atto di prote– sta individuale diventa una necessi– tà e può essere salutare. Quanti lut– ti, quante lacrime e quante distru– zioni sarebbero slati risparmiati al– l'Italia se Mussolini fosse scompar– so molli anni prima dalla scena po– litica! Ma il contributo anarchico alla 1011aconi ro il fascismo è ben lungi dall'esaurirsi in questi pochi cd eroici episodi. Non a1>peJ1ale camice nere fanno la loro apparizione in Italia, gli a– narchJci sosleugono una lotta <1uo– tidiana per respingere e difendersi contro la violenza del manganello? dell'olio di ricino, delle aggressio– ni dei ccuto contro i singoli. Si bat– tono localmente, sui posti di lavo– ro, da ogni trincea, contro i nuo,•i barbari. Gli a.narchici non hanno fauo di meno dei pii:1 coraggiosi e combattivi ant.ifascisti di altri par– liti. Ed al coraggio fisico unirono anche la propaganda scriua ed orale. Pochi sanno al di Cuori elci nostro ambiente che, per esempio, oltre ad una ricca fioritura di periodici che esisteva in Italia attorno al- 1920, 1 gli anarchici disponevano an– che di un quotidiano, Umanità 1 Cito di memoria: Il Ubertorio, L'Av– venire Àna,cl1ico, Pagine Libertarie, Cro,ia• che 5on:cnive, Il Vespro onorcliico, Volontà e pii1 tardi Fede, Libero Accorcio, Pc,uiero (l Volontà ... 207
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