Volontà - anno XIV- n.3 - marzo 1961
ce ne dà una spiegazione, la sola credo plausibile: Ecco come spiega l'enigma: 1) dopo il 1914 l'interventi– smo aveva allontanato dal movi– mento operaio molti rivoluzionari che agivano contro la politica dei legalitari. Dopo questa grave defo– zione molti centri vennero addirit– tura monopolizzati dai socialisti du– rante la guerra; 2) durante il lunghissimo pe– riodo di guerra ai socialisti era sta– ta lasciata quasi sgombra la via, mentre degli anarchici - o impri– gionati, o inteniati, o incasermati o esuli - si era quasi perduta la traccia; 3) la competenza e l'onestà di elementi riformisti nella vita mu– nici1,ale avevano creato loro una po– polarità, avevano reso importanti servigi allo SLato coi loro consorzi alimentari, consolidata la rete del– le loro cooperative, si erano acca– parrata la gioventi1; 4) a guerra finita, mentre i le. gatari si cra~o così avvantaggiati e potevano riprendere irmnediata– mente l'opera di proselitismo, i ri– , oluzlOnari e gli anarchici dovet– tero attendere, per ritessere le fila dei loro movimenti anarchico e si,n– dacalc, clic venissero restituiti alla circolazione gli internati, che i di– sertori ,•enissero amnistiati e i sol– dati smobilitati. I primi che ritor– narono nelle loro località si trova– rono isolati dalle masse socializ- r.anti. Ma per temperamento, per istin– tivo inadattamento alle situazioni reazionarie sovente, anche se sal– tuariamente, i lavoratori italiani presero il sopravvento sui partiti ri- 154 formisti obbligando il riformismo a rifom1arsi. Nel 1919 i rivoluzionari divenne– ro nuovamente auivi in ogni sin– dacato. Toriuo aveva dato un esem– pio di forza e di sensibilità con il movimcnt~ antimilitarista dell'ago– sto 1917. I 1>rimi sociali~ti conquistati dalla rivoluzione russa comunista si strin– sero attorno ad un giornale « L'Or– dine Nuovo )) ed il gru1>po anarchi– co torinese, i cui militanti opera. vano nei sindacati riformisti con• vinti di stabilire in tal modo pili larghi contatti con le grandi masse lavoratrici, avevano dato vita ai Con:-igli di fabbrica. Animatori da parte comunista Gramsci e Tasca, da parie anarchica Maurizio Garino e Pietro Ferrero, segretario della sezione torinese della FIOM, truci– dato dai fascisti il 18 dicembre 1922. I Consigli di fabbrica erano sorti un po' ovunque con una funzione di controllo sulla vita 1>rodutti,•a della azienda, ma erano divenuti ben pre– sto, a misura che si sviluppavano, strumenti di espropriazione per la eoll(1uista dell'azienda assumendosi la diretta gestione della medesima. Le idee sostenute dagli anarchici sullo sciopero generale, sulla neces– sità della rivoluzione e sulla espro– priazione dei mezzi di produzione e di scambio, riaffiorano nel dibat– tito ormai divenuto nazionale e nel– la polemica con i gruppi <lella gran. de industria e con le gerarchie si11- dacali confederali inchiodate al !e– galitarismo. l\fa è nel settembre 1920 che le fabbriche sono occupate. La lotta assume subito proporzioni gigante– sche, però non portando avanti il problema politico della espropria-
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