Volontà - anno XIV- n.3 - marzo 1961

ria e la libertaria, sarà una costar,– te di tutto il movimen10 dei lavo– ratori dul 1900 ad oggi. Se le masse acceltano. l'organizzazione legalita– ria, riformista, burocratica, non di– sdegnano i movimenti tellurici, di lotta di classe, anzi li ricercano e li provocano, perchè aderiscono agli intimi fermenti d'insofferenza dei la,•oratori sfruttali e agli impulsi degli individui in rivolta eppur tra– dizionalmente oppressi, umiliati e contenuti. Cosicchè tutti i moti in– surrezionali, le ribellioni, le con– vulsioni, gli scioperi generali, l'a– zione direua dei lavoratori contro il padrone e lo Stato geudarme del padrone, appartengono alla corren– te di pensiero e di azione rivolu– zionaria e libertaria, anche quanclo le minoranze che agiscono 1.1011 sa– ranno anarchiche e gli nomini che le dirigono si chiameranno De Am– bris o Corri<loni, Gramsci o Di Vit– torio. Qual'era in questa epoca lo schie– ramento sindacale nel Movimento operaio? All'estrema destra vi erano i cat• tolici, i quali ave,•auo deciso la cre– azione di un movimento si.ndacale cattolico, ispirai.o ai principii della enciclica Rerum Novarnm di Papa Leone Xlll deJ 15 marzo 1891. Secondo la loro concezione tenden• te alla collaborazione di classe, de• cisero di costituire dapprima dei 1,indacati misti, padroni e lavoratori nello stesso sindacato. L'esperienza essendo fallita, nel 1903 i cattolici . sociali formarono una orgo.uizzazio• ne separata di soli lavoratori. Que• sto movimento non ebbe nessuna consistenza fino alla costituzione nel 1911 della Unione Economica So– ciale dei cattolici che dichiarava a– vere 1041 aderenti. Non Eu che do– po la prima guerra mondiale, nel 1919, che fece la sna ap1>arizione a fianco del Partito Po1>olare Italiano una vera organizzazione << La Con– federazione Italiana dei Lavorato– ri ». Vorrei fare un inciso che ritengo valido anche ai nostri giorni. I cattolici si is1>irano sempre ai principii della Chiesa, restano di preferenza tra di loro senza mi– schiarsi nè disperdersi. Le persona– lità più in vista della gerarchia re• stano ancorate ad una mentalità corporativista, prova un'a,•versione ostinata per la lotta di classe, è per– suasa che, per il bene stesso della classe povera, i mutamenti nella so– cietà vanno evitati, che molto bene si può oltenere dal ricco, dall'in– dustriale, dall'agrario, dal finanzie– re che siano sinceramente cattolici. Di questa mentalità ne abbiamo fat– ta larga esperienza, di quesli sin– dacalisti abbiamo sempre diffidato. Al centro la Confederazione Ge– nerale del Lavoro, nata il 1° otto– bre 1906, operante in stretto cou- 1.atto con il P.S.I., allora controlla– to dalla corrente riformista. Essa riuniva soltanto quelle Camere del Lavoro dirette da socialisti riformi– sti, le nitre erano in mano a rivo– luzionari che per principio e tradi– zione sosteneva.no l'autonomia as– soluta da ogni aggruppamento poli– t!co. Poichè qualcuno, da'ndosi a– rie di storico, ha parlato di scissio– ne, sarì, bene smentire quella voce e prc,·ìsare che non vi fu nessUJ1a scissione, nè poteva essen•cne in <1uanto gli autonomisti non erauo i15l

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