Volontà - anno XIV- n.3 - marzo 1961

sentò nel 1954 alln Corte Distrettuale del Maine unn dcnuncja in cui so~tc. neva che gli accumulatori orgonici e in genere le tecniche orgonoterapiche non 8\'evano alcun foudamento scientifico e la loro np1>licazionc doveva considerarsi attività fraudolenta. Il tribU11ale citò Rcich perchè si giusti• ficasse, ma egli rifiutò di presentarsi sostenendo che non intendeva esporre le proprie teorie ed esperienze in una sede, quella giudiziaria, as~oluta• mente impropria, e per di più nella veste di imputato. Fu un atteggia– mento molto imprudente, addirittura autolesionista, che anche molti amici gli rimproverarono: ma sembrava ormai che egli - come tanti altri ingegni generosi sistematicamente respinti e perseguitati da un'umanità troppo conformista e... corazzata per compreuderli - avesse 11bbandonato la liJ}e• ranza di mantenere un contatto con la maggior parte dei suoi simili e avesse raggiunto una sorta d'estasi contemplativa ed euristica ove non pote– vano più toccarlo le ragioni della « diplomazia » e del $OIJOir /aire. Con t~n aueggiamento da alcuni considerato senz'altro paranoide sembrava accogliere anzi quasi con compiacimento, come una ulteriore 1)rova della giustezza delle sue teorie, queste nuove persecuzioni da parte di individui formahnente « liberali », secondo la falsa e superficiale concezione sessuo– fobica della liberti, che vige ancor oggi in tutti i paesi del mondo. In ogni modo la « giustizia » segui il suo corso: il 19 marzo 1954 il tribunale dispose che tutte le cabine orgoniche come tutte le opere di Reich ov'era menzionata l'energia orgonica ed es1>osta la sua applica• ziouc terapeutica venissero distrutte. Poi Reich fu incriminato per « di– sprezzo della Corte » essendosi rifiutato di rispondere alla ci1azioue e, nel maggio 1956, condannato a due mesi di reclusione. Egli si rifiutò di pre• sentnrc appello. Hinchiuso nel penitenziario di Lewisburt: (Pennsylvania), vi mori d'infarto il 3 novembre 1957. Aveva 60 anni. Come ho già detto mi manca la competenza per giudicare la ,,alidità delle teorie biologiche e fisiche di Reich. Voglio tuttavia soggiungere che nella storia della scienza gli scopritori e gli inventori perseguitati, irrisi, o, nel migliore dei casi, morti nell'anonimato, sono troppo nume1·osi J>Crchèuna sbrigath•a sentenza di lribunalc o mHl citnzionc della burocra– zia sanitaria possano essere accolli da una mente libera come prova valida dell'infondatezza di una teoria o di una tecnica. Il fatto poi che l'attività di Reich sia stata interpretata come fraudolenta dimostra semmai la gros– solanità morale e la preconcetta ostilità di coloro che la denunciarono e giucliearono, e depone a tutto discapito della serenità cd obiettività del loro giudizio anche in sede scientifica. lnfi_ne, la tesi - troppo facilmente propalata dai suoi avversari - che egli sarebbe impazzito negli ultimi onni di vita cozza contro due fondamentali considerazioni: 1) - Je teorie orgoniche non Curono affatto il prodot10 degli « ulti– mi anni» della sua vita: esse furono condotte ed elaborate nel corso di quasi un trenlennio e già nel 1934-36 trovarono una provvisoria sistema– tizzazione. Nel 1942 infine, cioè 15 anni 1>rima della morte di Reich, con 139

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