Volontà - anno XIV- n.2 - febbraio 1961
pensiero. Il ricordo che abbiamo di 1oro in realtà rivela una specie d'in• conscia gratitudine: null'altro che <rucsta. Sarebbe però esagerato l'afferma• re una sicura e definitiva decaden– zn della cultura in genere. Forse è pili esatto l'af(ermare che la cultura cambia di aspetto, ma non di sostan• za; anche se d'altro canto sembra :1ver mutato l'antico significato e il classico entusiasmo. Il senso e il signi– ficalo della cultura, nelle sue radi• ci, eonscn•a sempre la sua immuta• bile sostanza, ch'è appunto <1uclla di elevazione e di difesa contro la priruordiali1à della nostra natura e contro la costante e sùbdola tiran– nia dei nostri istinti. Finché l'uomo è affascinato dal– l'universo che lo circonda, e fino a che è tentato di chiedere il perché delle cose e della vi1a 1 del bene e del male, c'è sempre da sperare qual– cosa dall'a11imale lwnw, nonostante tulle le apparenze negative. E non importa se tale perché non gli verrà 1uai complclamentc rive• lato, poiché tutto il valore risiede nella ricerca in sé, nell'atto dinami– co e corllinuo - e come tale pcrcn• nemcntc creativo - non nella [ine verso un qualsiasi capolinea della esistenza. II paradiso e l'inferno so– no mèle dcfini1ive, e come tali non accontentano più nè i giustiziali nè i giustizieri, attraverso le incouscie profonclitì1 dell'animo umano; poi• ché <1ucsto anela ad un cammino senza soste e senza ci1>pi conrinari, ansioso ed inslancabile. Un amore verso la cultura in ge• nere, anche s'è freddo e interseca– to da lampi sinistri o di ealliva ,,o. lontà, è pur sempre 1111 amore, <rual- 112 cosa che incoraggia o che almeno non deprime del tutto. Pensiamo, ad esempio, ad uno dei periodi più neri e meno incolti del– la storia umana: ai cosidetti secoli di ferro del primo medioevo. Quivi !"oscurità del pensiero è quasi com• pleta: ben pochi sanno leggere e scrivere ( quasi esclusivamente le su– periori gerarchie ecclesiastiche; gli stessi imperatori sono prcssoehè analfabeti). Quali furono i fattori umani e naturali che a poco a poco condussero ad una gloriosa ripre– sa della cultura? Certo qui non è il luogo di sten– dere particolari analisi storiche. Di– remo solo che, per una sorta di pa– radosso spirituale, dalla stessa rigi– dità e intransigenza dogmatica del pensiero medioevale - che allora sembrava avesseM posto radici in• distrullibili - sorsero i primi ger– mi della ripresa culturale; e d'altra parie la cura con la quale, nei con• venti di quell'epoca tetra, furono conservate le testimonianze de1l'an– tica. cultura greco-romana che si sal– varono dalle secolari invasioni bar– bariche ( tale conservazione in lmo– na parie la dobbiamo pure agli Ara– bi), fu piullosto ,m saggio istinto del carattere umano, che una consape– vole ragione tesa verso uoa futura utilità di tale J)atrimonio culturale. Pnichè il senso de!Ja cultura, in ul– tima analisi, è il più stupendo istin• 10 di difesa proprio della natura umana: difesa assolutamente indi– pendenre - come lo è l'essenza del la,•oro - da ogni ideologia poli1i– ca e da ogni particolare religione. Se tale indipendenza, nelle conlin, gcnzc storiche, non appare del tul•
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