Volontà - anno XIV- n.2 - febbraio 1961

e indiscutibile, e l'altro che si di– lata irresistibilmente anche nelle pili remote e cosmiche lontananze (sia J>Ure con qualche oscura e tri• sie complicità col m.ondo autorita• rio). Per <Jualche pensatore Ja specia– lizzazione e la divisione ciel lavoro condurranno la razza umana ,,erso un destino da tèrmiti: verso l'opera– re e il senso di tale misteriosa s1>e• cie d"insetli, così sconcertante ed im– pressionante nel suo dinamismo so• eia/e; con le sue interminabili schie– re di schiavi e di comballcnti pcr– fcui, di obl>edienza assoluta e di destino irrevocabile, di condanna socfo/e senza alcuna possibilitll di appello. Un <(uaclro ben triste; però - e ragionevolmente - si può ritenere sem1>liccmente (antastico. A noi non interessa il sapere in quale condi– zione si tro,•erà la razza umana lra dicci o ,,culi secoli; anche per il fat. IO che quella remota condizione so• ciale dipenderà sicuramente - per (jtumlo riguarda il buon volere degli uonuni - dnll'aggiustameuto pili o menc- buono dei cervclii del nostro tempo; vale a dire che la boulit cli un dato ru~nro di1>ende sempre da una falliva bontà di u11 dato pre• :,!nte L'uomo 1peciali:.:.alo e l1operaio– automa, in quanto tali, non sono effe11h,j ostacoli per un vero pro• gresso sociale, lino a che si è auto• mi per un certo tempo solo nelle membrn o nei calcoli tnenlali. E' quando ci viene imposla una parti– colare 1peciali:.:.a:.ione od una dcfj. nitiva aut.011w:.ione del nostro spi– rito, che le cose incominciano a precipitare nel peggio e senza più alcuna speran7.8 di recupero. Il la– voro e Ja scienza ci indicano appun• lo quali sono i mezzi per diminuire la (a1ica, e quindi le possibilità di rendere la vila più sicura e più af– fascinante. Se tali possibilità non si realizzano, le cause vanno cercale altrove: sulle indi, 1 idualiti1, sulle i1l<'e e sui metodi che op1>rimono; e sui gruppi sociali che passivamen• le tòllerano tale oppressione. Il fatto è che sapere e lavoro non si esplicano nclJa loro 1>urczza, di– remo così, concreta e teorica ad un tempo: si sa bene che sono forte– mente e inestricabilmente legati al dominio cli clale classi, alle inerzie pili deleterie della storia e della mcntaliti1 dogmntica, alle irraziona– lità clcl!c vicissitudini umane. E da (1ui gli sforzi 1>ill o meno sentiti cli liberazione; ~forzi che talvolta pos• sono sembrare o sono addirittura tac• ciati ,)i utopia o di assurdità, sopra• tutto per <1uan10riguarda il pensie– ro e l'azione degli anarchici. Abbiamo accennato ad un certo trn1uouto della cultura, in quanto spirito di elevazione clisinlcrcssata, di profondo senti1ucnto individua– le e sociale ad un lempo. Certo che in un 1 epoca atomica non sarebbero 1>iùpossibili i Socra• te, i Platone e gli Aristotile ;gli Ali– ghieri, i Petrarca, i Dcmbo e persi• no i Leonardo e i Galileo (gli unici che rimangono sempre altuali sono i Machiavelli ...). Se ancora 1>ossouo venir mc<litati o gustali, <1uesto 1mò avvenire più per m1 1)ar1icolare (at– lore psicologico, diremo così di sug• ges1h•n incuia, pi1111os10 che per una reale nccessit:t del loro spiri– to; in <1uan10 in essi scorgiamo an– cora la origine della elevazione del 111

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