Volontà - anno XIV- n.2 - febbraio 1961

pressivo diviene couni\'enza. Senza risalire a Socrate, a Campanella, a Gior• dano Bruno ( ma nulla lo vieterebbe poichè la filosofia, in quanto ricerca della verità, è Ja prima forma di scienza) basterà ricordare che anche molti degli enciclopedisti [ranccsi ( d'Alembert, d'Holbach, Haller) erano scienziati, e nel senso più moderno ed empiristico della parola: eppure ciò non soltanto non li indusse ad astenersi dalla lotta sociale e politica del loro tempo, ma anzi ve li spinse piit a fondo. L'atteggiamento specia– listico, col relativo agnosticismo sociale, è giustificalo non dalla specia– lizzazione professionale di chi lo assume, ma dalla portata ristretta delle sue scoperte o ricerche e dalla misura limitata in cui la loro utilizzazione ccl il loro approfondimento interferiscono con le strutture sociali dell'e– poca: un esempio tipico è stato dato negli ultimi decenni dalla fioritura delie ricerche e delle scoperte missilistiche in paesi e regimi che non erano e non sono certo caratterizzati da una intensa vitalità e libertà culturale. Ma le scoperte di portata generale esigono una lotta su scala generale e quindi, in de[initiva, una lotta politica e sociale. Vien fotto di chiedersi che cosa sarebbe oggi del marxismo ( che pure, si badi, fin da principio rivendicò il proprio carnttere scientifico) se i suoi pionieri, una volta scoperto come un certo regime proprietario generasse o promuo– vesse una quan1itì1 enorme di sofferenze, di conlrasti e di convulsioni sociali ed internazionali, invece di prefiggersi il fine di smantellare e ridi– mensionare quel regime e di iniziare una vasta e tenace azione propagan– <listica e politica per realizzare il proprio obiettivo, avessero deciso di limitarsi a studiare come e c1ualmente la fame e le privazioni spingessero alcuni plebei alla criminalità, e se non fosse possibile riportare quegli sventurati sulla <( retta via )1 insegnando loro l'arte e i vantaggi del digiuno e della sobrietà stoica. Eppure, proprio <Juesto, in sostanza, ha fatto il movimento psico• analitico: avendo individuato in un certo regime sessualmente repressivo e negli istituti educativi e normativi che Jo reggono la causa fondamen– tale di una ncvrotizzazionc pressochè universale degli individui, e, quindi, di profondi squilibri e contlilli sociali, anzichè intraprendere una lolla senza quartiere indispensabile per distniggere quel regime patogeno, limitò il suo compito ed i suoi sforzi alla ricerca cli una tecnica capace di eliminare i sintomi morbosi più acuti e vistosi di (1ues10 o di quell'indi– viduo e alla costituzione di un'accademia internazionale ove da decenni si discutono i perfezionamenti di tale tecnica. Invece d'invocare e promuo– vere la bonifica della palude pestilenziale su cui poggiava il sistema etico– sociale della civiltà contemporanea, volle solo immunizzare gli abitanti dalle affezioni più acute. Invece di tentare di demolire le strutlurc repres– sive che costringevano in una camicia di Nesso la vita psichica indivi– duale e sociale, si sforzò di « adattare )J tutti i membri della società a queste strutture, di « Cachirizzarli )> diligentemente contro i tormenti .assurdi e devastanti della repressione erotica. ·86

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