Volontà - anno XIV- n.1 - gennaio 1961
tura dalla paura di erroneamente unirsi a chi potrà essere domani il J>illdebole e quindi il vinto? Non è da escludersi che tra i pae– si che si dichiarano neutrali ve ne siano di quelli che onestamente cre– dono così di conseguire una politi– ea di pace. Mn è anche possibile ehe da un momento all'altro essi si possano trovare a fronteggiare delle j;;ituazioni che li spingano a passare dalla neutruli1à alla belligeranza, fredda o calda. Eventi che di tanto in tanto si producono in certi paesi limitrofi alla Cina, (Laos e Sud Viet-Nam) e non troppo distante dagli Stati U– niti, (Cuba, Guatemala e Nicara– J!:UB), indicano quale è o potrà es– sere lo spostamento di paesi in altri momenti ritenuti amici o neutrali. Il princi1>io stesso della « neutra– lità )) non si regge su solide basi. Quando ad Hitler parve conve– nie11te egli ingoiò tutti gli stali li– mitrofi che gli ostacola,•ano la via alla progettata conquista della Fran– cia, Inghilterra, e pili tardi della Russia. Mussolini s'im1>ossessò del– la Albania e se il suo colpo fallì in Grecia, fu dovuto alla 'resistenza eroica <li <1uel piccolo 1>01>0l0. li Giappone fece nell'Oriente quel che fece, s'impossessò quasi di tulio. Oggi, S1n1i Uniti, Russia e paesi satelliti sono così armati dn 11011 esi– lnre - al primo urto - di distrug– gere neutrali e alleati, nella spe. ranza di 1>oter infliggere nl nemico un colpo mortale. Se Svizzera, Svezia e Portogallo furono esenti da invasioni e 1>otero– no conservare l'apparenza di una cqui,,oca neutralità durante l'ultima guerra, lo fu perchè tutli i 1>aesi belligeranti nvevan bisogno di qual– cuno attraverso il quale poter ave- r,! relazioni col nemico, cd anche per il bisogno di avere delle oasi sulle c1uali piantare le loro s1>ie. La Spagna di Franco che uon fu mai ueutrale, rimase il solo paese nemico degli alleati (bcnchè non at– tivamente belligerante) il quale, per In sua particolare 1>osizione strategica e per altri calcoli politici e militari, non fu mai attaccato. Mo al di soprn di ogni altra co– sa, noi siamo esseri umani soggetti a tutte le emozioni che le moltepli– ci evenienze della vita generano in noi. Siamo prima umani e poi anar– chici e forse questo senso di mna– nità da noi pili che da aliri sentito, ci 1>ermette di discernere per valu– tnre piit disinteressatamente certi eventi ed i motivi che di <1t1egli C• "enti sono la for.ta propulsiva. E' con questo stesso senso di uma– nità che noi dobbiamo sa1>er di– eceruere tra il bene ed il male, e qunndo meritevole, saper levarsi al disopra della mischi.a, per lodare l'nvversario che ha fatto bene. Non trattasi di scegliere e noi non scegliamo tra le due forze che si contendono il dominio del mondo, ma è necessario che noi conservia– mo il senso della obiettività. Se è tragicamente vero che 1>er trmti esseri umani la parola « }i. berlà » non lrn nessun significato, mentre grnnde per loro ò la parola « ,,ane », il problema della libertà rimane sempre il pila importante. Almeno così dovrebbe essere per noi. Di fronte ni tiranni, anche le li– bertà « limitate» si. difondono. Si di.fendono anche le piit piccole li– bertà, senza significare che se ne ac– cettano le finalità. Come si difendono i pila elemen• Sl
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