Volontà - anno XIV- n.1 - gennaio 1961

condurre a termine l'azione .propo– sta ed a consolidare i valori deri– vati da quella azione. Se si vuol sapere chi ha meglio profittato di tutti i sacrifici !atti da– gli anarchici nelle innumerevoli agi– tazioni alle quali essi hanno parte– cipato; dalle lotte del lavoro a quel– le contro il Iascismo, nella Resisten– za, dalle agitazioni del dopo guerra fino agli eventi dello scorso luglio, la risposta è: ai comunisti. Ci si pone quindi la domanda: perchè rimanere eternamente acco– dati alle azioni altrui e servire da egabello ad altri partiti? Se durante l'uhima guerra mou– dinle Iu !acile parlare di « anarchici di Churchill », e con ugna le facili– tU si snrebbc potuto parlare di « anarchici di Rooseve1t », assai dH– ficile sarebbe stato spiegare il co– me ed il perchè, in un paese coin– volto in m1a guerra dai risultati del– la quale dipendeva la sua Eutura esistenza, si permetteva la indistur– bata pubblicazione di giornali che quella guerra rifiutavano. In Italia, in Germania, nel Giappone o in Russia, non vi fu nessuna pubblica– zione del genere. Anarchici di chi di,,ennero i com– battenti nella Resistenza e nei Ma– quis? Non trovarono ospitale asilo negli Stati Uniti anarchici ed antifascisti italiani e di ogni altra nazionalità quand'essi dovettero mettersi in sal– vo per s(uggire alle carezze delle SS Hitleriane o dei loro regimi ti– mnuici? Quanti di questi compagni non solo ripresero e potettero continua– re indisturbati le loro attività di antilascisti e di anarchici, pubbli– care giornali e riviste, più tardi le– galizzare la loro residenza ed ac- 50 quis1re la cittadinanza del paese, senza nulla abiurare. Cosa sarebbe avvenuto delle tante migliaia di combattenti anti!ranchisti ai quali il Messico aprì le sue porte ospitali, senza nulla chiedere in compenso? E' perchè Ja nostra ideologia non accetta l'organizzazione sociale del– lo « Stato » che noi siam tenuti 11. rimuginare la antiquata e scorretta formula che tulli gli stati e governi :-ono uguali? E' possibile, anzi dignitoso per tm anarchico l'ammettere che vi possono essere e vi sono Stati e Sta– ti, alcuni pili, altri meno reaziona– ri, qualcuno discretamente liberale e democratico. Come è corretto ed onesto il riconoscere che tra uomi– ni politici o di stato cl1e li si vo– glia chiamare, ve ne sono di quelli onesti, sinceramente dedicati alla corretta amministrazione della a: co– sa » pubblica, al miglioramento del– la struttura sociale, all'elevamento delle classi più depresse. Oltremodo stupido sarebbe pen– sare che la « schiavitì1 possa con– durre al socialismo », come dice giu– stamente Mercier. Ma di quale schia,•itù parliamo? La concezione della schiavitù, come quella della libertà varia da popolo a popolo, da individuo a individuo. Cosi pure In concezione del benessere econo– mico, dell'educazione, della pro– prietà, assume tut sjgnificato ed una importanza differente quando ci spostiamo da un paese all'altro, da una all'altra popolazione, in regio– ni in cui la « civiltit » si'gnifìcn qual– cosa di differente che da noi. Valga per tutti quest'esempio .. collo nel corso dei miei viaggi in certi paesi asiatici.

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