Volontà - anno XIV- n.1 - gennaio 1961

Alla domanda: « dove mi pjace– cerebbe vivere?)) di Luce Fabbri essa stessa ris1>onde: « Dove è rico– nosciuto ai cittadini il diritto alla J)arola, alla stampa, all'associazio– ne, allo sciopero, senza di cui nes– sun miglioramento sul terreno so– ciale è possibile, o, ricevuto dallo alto, al primo urto si perde ». Ebbene, è proprio nei paesi lad– dove le sucitate condizioni sono pii1 largamcnle riconosciute e<l accet• tate come parte dell'ordinario an– damento di vita, dove i movimenti di sinistra sono poveri ed il movi– mento anarchico è pressochè inesi– stente. Nel caso degli Stati Uniti e Canadà, se per movimento anarchi– co vogliansi considerare gli esisten– ti gru1>pi di « nazionalità », i <1uali ,•anno anch'essi gradualmente estiu– ~eJHlosi, di movimento da 1>otersi .considerare indigeno ue è sempre esistito poco, ed oggi, meno di J>rima. La cessazione dell'emigrazione di massa ha sottratto ai movimenti di. sinistra la sua pili ricca risorsa di « 1>roselitismo >). Facile era far de– _gli adepti tra i nuo,•i arrivati. Og– gi, i figli dei vecchi emigranti pre– Ieriscono vivere bene f>Ìuttosto che preoccuparsi di idee che essi defi. ·uiscono « pazzesche >). Anche dei partiti socialisti anco– ra in vita in Inghilterra, nei paesi -scandinavi e germanici, di « socia– lista )) rimane soltanto il nome. ll loro rosso è divenuto cosi sbiadito da non essere offensivo all'ordina– mento sociale capitalista. In Inghilterra e Germania, )'ciel• torato ha pili volte espresso il de– siderio di essere governato dagli C• lemcnti pili conservatori. ' Come anarchici noi non possiamo Jimitarci ad operare nella stretta cerchia della nazionalità, anche se la nostra opera si trova sempli6- cata. Dedichiamo il pii, delle nostre auivihl nel e per il paese dove sia– mo na1i e del quale conosciamo me. glio la lingua parlata, i bisogni e le abitudini, senza però mai dimen– ticare, internazionalisti qual siamo, d1e il paese pili piccolo e pili da noi lontano ha problemi che sono anche di nostra appartenenza, per– chè ai nostri affini e che potrebbel'o, se non risolti, coinvolgerci in una ('omune catastrofe. In momenti di gravi pericoli, gli 1lomini si raggruppano per la comu– ne difosa e reagiscono concordemen• te contro il comune nemico: sia que– sti un elemento della uatura, o un altro uomo o gruppo di uomini. Non è stato proprio così durante lutto il periodo della Resistenza, quando le cose si facevano sul serio cd i partecipanti agli eventi non avevano il tempo per polemizzare tra loro cd azzannarsi? Quante volte uomini e donne ap• 1>artcnenti ai pii1 svariati partiti od a nessun partilo, si sono uniti istintivamente in difesa della giu– stizia che stava per esser manomes. sa, o in aiuto di una causa che es– si ritenevnno giusta. In quei mo• menti a nessuno è staio mai doman. dato a quale partilo, a quale sin• dacato o a quale fede egli apparle• neva, prima che la sua contribu– zione o la sua attività 1>er la causa comune fosse accettata. Purchè si fosse concordi e si mirasse allo stes– so obiettivo, a nessuno si doman– davano passaporti di lede. A chi ,•uole conseguire una azio– ne uuilaterale <1uale certi anarchici propongono, spetta anche preJ>arare le condizioni, gli organismi atti a 49

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