Volontà - anno XIV- n.1 - gennaio 1961
Stalin si stava male <1ua, come nell'URSS; oggi che il regime sov1et1co è più aperto, è meglio per tutti, quindi anche per noi. In Polonia, con i moti dell'ot1obre, si era aodati troppo avanti; ora si sta tornando, len– tamente ma ogni giorno, verso una situazione di compromesso, dello stesso tipo, np1nm10, di quella predominante nell'Unione Sovietica, I tedeschi, invece, ci hanno sempre considerato una razza inferiore, da asservire o da distruggere, secondo i momenti della loro storia, e per distruggerci, non solo fisicamente, hanno fatto di tutto, durante la guerra e l'occupa– zione; da un lato eliminando quanti piìi intellettuali pote,•ano (nel senso piit ,•asto, dal maestro di i::<'uolual professore universitario, dall'uomo po– litico al dirigente d'azienda), dall'altro favorendo le nostre inclinazioni peggiori, perchè ci annullassiluo con le nostre proprie mani: sotto l'oc– rupazione, infatti, quando in Polonia mancavu tutto, una sola cosa i::i poteva trovare sem1>re e a buon mercato: l'alcool. In somma: con i tcdei,chi non c'è possibilità di dialogo, 1>erchè non ci considerano degli uomini, mn una specie zoologica di grndo pili basso; e se tornassero, farebbero lo stesso, p_erchè un tedesco non cambia mai; è cnpace di una cosa soltanto: ubbidire. Mentre con i russi, nonostaoh:' tutto, possiamo trattare stando sullo stesso piano, umano. Ti 1:arai accorto, anche ucl campo, che quando parliamo dei tedeschi, cominciamo subito col dire che si deve dimenticare, che non li odiamo pii1; mn questo è chiaramente un modo per cc,uvincere noi stessi di ciò che non sentiamo, uno sfor.to comunque; anche senza contare Varsavia, dove il senùmento antitedcsco è ancora fortissimo. La Germania occidentale non riconosce la Polonia odierna, le sue frontiere? La verità è un'altra: sono i polacchi che non vogliono riconoscere i tedeschi di oggi, pcrchè non sono diversi da <1uelli di ieri 11. « S1a attento che non è vero - come ti avranno raccontato quelli dello « Stato maggiore)), che sono i rnssi gli unici a difendere i nostri confini; c'è anche la chiesa polacca; le diocesi occidentali, che Roma con– sidera ufficialmente vacanti, sono di fatto amministrate da \Vyszynski, che non ha nessuna intenzione di mollarle; per ciò litiga ron Doepfncr, il cardinale di Berlino, bcJJiumi.no del Vaticano. Quanto alla for-,r,adella chiesa all'interno, non bisogna sopravvnlutnrln, confondendo la religione con l'economia; i polacchi le sono ntlaccati profondamente, per tradizio– ne, ma ogt;i - come hanno fatto tante volte, nella sloria - i:-ene servono anche per altri scopi, come di uno strumento e di una scusa facile, a portata di mano. Mi dici che ti (a un po' senso che una città si muo,,a contro le au1ori1à, perchè vogliono togliere una croce da unn piazza, co– me è accaduto iu aprile a Nowa Hutn; i-arei d'accordo con te (che in questo caso ti senli 1>iùvicino al governo che ai manifestanti), se la ra• gione ,•era fosse stata quella: come hanno fatto ap1rnrirc tutti i giornali, polacchi e occidentali; ma In gente non è cosi stupida come sembra, come vogliono (aria apparire>>. << A Nou:a Huta c'c1·n in quei giorni un malcontento generale, perchè nelle fabbriche la disciplina ern stata rafforzata e le norme ritoccate; così la ge111c ii'è altaccata al primo 1>re1es10rossibilc, pur di 1>rotestare a voce 22
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