Volontà - anno XIII - n.12 - dicembre 1960

me per altre discipline (il canto, la musica, ecc.) non si dà voto, perchè dalla pagella non si capi!-ca chi la segue e chi no, n~ le famiglie possano giudicarsi male (in un senso o nell'altro) sulla base di una scelta, che deve restare intima e privata; senza costituire argomento di preferenza o di svantaggio, per il presente e l'avvenire del ragazzo. « La gente - mi di– ceva l'ispettore didattico - vuole sempre il contrario di quello che gli si dà; prima dell'ottobre quando non c'ern religione, i bambini, imboc– cati dai genitori, venivano a chiedercela; adesso, appena vedono.il prete, cc1·cano di squagliarsela». A Mogilno, prima della guerra, solo il 2% delle case ave,•a l'elettri– cità, ora siamo al 60%; e milJe nuove abitazioni sono state costruite dal '45 nd oggi; nel '39 non c'era nessuna fabbri<'a, ora ne abbiamo tre; in tutto il distretto prima della guerra, esistevano solo due trattori agri– coli, adesso ce ne sono ottocentosessanta; nei prossimi anni si meccaniz. zerà interamente l'agricoltura e si porterà l'elettricità in tutte le case. li 12% della popolazione del dislretto è iscritta a qualche associazione e partecipa ad attività politiche e sociali. Delle tre fabbriche di Mogilno, ne ho visitate due: un piccolo casei– ficio, e una media impresa per 1a produzione di parti prefabbricate per l'edilizia. Il caseificio ha una produzione quotidiana di una tonnellata di burro e di quattrocento chili di caseina, esporta anche in Italia, è attrez– zato con macchine modemc di fabbricazione danese, e occupa una cin– quantina di persone, Ira quelle che lavorano all'interno e quelle che raccolgono il latte dai contadini; gli impiegati sono otto, i tecnici tre. L'industria edile occupa ia:ino a duecento persone nei mesi caldi, quando è possibile lavorare anche all'esterno; circa la metà in inverno; due turni di lavoro di otto ore ciascuno, senza interruzione: gli operai, quasi tutti pngati a cottimo. manEC,ianoquando possono, <Jtrnndo vogliono. La produzione, qualche anno fa molto varia, si è venuta limitando a po– chi tipi: travi in cemento nnnato, piastre per tetti a terrazza (quelli a 6pioventi e tegole non sono più in uso, per la copertura di edifici ind'n• striali), grossi mattoni forati, lastre per davanzali, ecc.; secondo il pro– cesso di specializzazione e di standardizzazione in corso in tutto il paese. Gli operai guadagnano da minimi di novecento-mille zloty (22.500-25.000 lire) al mese, sino a tremila-quattromila (75.000-100.000 lire), i piit bravi dei ~ottimisti e i capi; l'ù1geg11ere che ci accompagna, sulla quarantina, non molto simpatico ma assai loquace, ne prende duemilacinquecento (62.500 lire), piit il 15% quando la fabbrica supera il piano: « Prima lavoravo in un canLicre mobile, guadagnavo tremiladuecento zloty [80.000 lire], piit cinqncccntosessanta [14.000 lire] di trasferta, pil1 il 20% di supero del piano; però mi son presto stufato a star sempre in giro, loutano da casa; tidesso abito a Gniezuo, esco di casa alle sei di mattiua, rienlro alle sei di sera, ma un posto lì, in una cittadina turistica, senza industrie, è impossibile lrovado e in questo mortorio di Mogilno 727

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